BERNA – Smart working, lavorano più le donne o gli uomini?
IL LAVORO IN SMART WORKING
In Svizzera la netta maggioranza delle persone occupate di solito lavora in un luogo fisso fuori dalla propria abitazione. Nel 2022 questo valeva per il 71,3% delle persone occupate. L’11,8% delle persone occupate rimanenti lavorava nella propria abitazione e il 16,7% in viaggio o in vari luoghi di lavoro. Questa ultima modalità di lavoro era più diffusa tra gli uomini che tra le donne (il 23,1% contro il 9,5%). Al contrario, la quota di persone che lavoravano in un luogo fisso fuori dalla propria abitazione era maggiore tra le donne (il 78,2% contro il 65,3%). Il lavoro da casa è più diffuso tra le persone dai 65 anni in su (27,8%). Tale quota è invece di poco superiore al 10% per le persone dai 25 ai 64 anni ed è pari al 5,9% per quelle dai 15 ai 24 anni. Questo indicatore prevede che, per quanto riguarda le abitazioni proprie utilizzate come luogo di lavoro principale, siano prese in considerazione tutte le forme di lavoro da casa, che si tratti di smart working, scambio di dati via internet con il datore di lavoro o il committente, o meno.
EUROPA E USA
Negli USA c’è una differenza di genere nell’accesso allo smart working. Sembra che gli uomini abbiano un vantaggio quando si tratta di lavorare da dove desiderano, stando a una ricerca della società di consulenza McKinsey. Il sondaggio ha rivelato che il 38% degli uomini con un impiego ha la possibilità di lavorare in remoto a tempo pieno, contro il 30% delle donne. Inoltre circa la metà delle donne dice di non poter lavorare affatto in remoto, contro il 39% degli uomini. In Italia e in Francia, secondo uno studio condotto da LinkedIn, ci sono disparità analoghe. Le donne sembrano sfruttare meno le nuove forme di occupazione del dopo pandemia, come lavoro ibrido e lavoro a distanza. Capita di sentire di coppie che tornano in Italia dall’estero: lei ha ricevuto un’offerta da un quotidiano importante e va tutti i giorni in redazione, lui può lavorare in remoto perché è consulente di uno studio di architetti di Vienna. Il tema centrale forse è proprio che uomini e donne continuano a specializzarsi in aree professionali diverse. I lavori nell’informatica e nell’ingegneria, per esempio, sono svolti in maggioranza dagli uomini. Mentre l’insegnamento e le professioni infermieristiche sono ancora dominati dalle donne. Così come nel campo del diritto e della medicina gli uomini potrebbero ancora essere impiegati più delle donne. Eppure qui la situazione sta cambiando, perché i nuovi iscritti nelle facoltà di diritto e medicina sono più spesso donne che uomini. E così nelle nuove coppie è più probabile che sia la donna a diventare medico o avvocato.














