ECONOMIA – Il giorno tanto atteso, soprannominato “Liberation Day” dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, è giunto. Alle 22 di oggi, ora italiana, corrispondenti alle 16 negli Stati Uniti, Trump ha annunciato l’imposizione di nuovi dazi commerciali che entreranno in vigore immediatamente. Questa mossa si aggiunge alle tariffe già stabilite sulle auto importate, previste per il 3 aprile, e sull’alluminio, segnando un’escalation nelle politiche commerciali americane. Nelle ore precedenti all’annuncio, Trump ha mantenuto un tono di apparente moderazione, assicurando che avrebbe trattato con “molta gentilezza” i partner commerciali degli Stati Uniti. Tuttavia, le sue dichiarazioni hanno anche sottolineato un approccio di reciprocità, con l’intenzione di rispondere con misure equivalenti a quelle imposte da altri paesi.
I dazi e le nuove tariffe
Le nuove tariffe colpiranno un’ampia gamma di nazioni, inclusi alleati tradizionali come l’Unione Europea, il Canada e il Messico. Tra le opzioni considerate dalla Casa Bianca, si è discusso di un dazio fisso del 20% su tutte le importazioni, una misura che potrebbe generare entrate colossali, stimabili in oltre 6 mila miliardi di dollari. Tuttavia, questa proposta ha sollevato preoccupazioni significative tra gli economisti, con avvertimenti sulle potenziali conseguenze negative sull’occupazione e sulla crescita economica. In alternativa, si è parlato di tariffe differenziate, calibrate in base agli ostacoli commerciali imposti da ciascun paese. Questa strategia offrirebbe la possibilità di negoziare nuovi accordi con Washington, come suggerito dalla portavoce Leavitt, che ha sottolineato la disponibilità di Trump al dialogo. L’annuncio di Trump ha suscitato reazioni immediate a livello internazionale, con timori di una potenziale guerra commerciale e di ripercussioni negative sull’economia globale.














