TECNOLOGIA – Da tempo immemore, l’orbita terrestre ha rappresentato un confine, una frontiera per l’esplorazione e la scoperta scientifica. Ma se il suo ruolo non si limitasse alla ricerca e all’osservazione, se potesse diventare il palcoscenico di una nuova rivoluzione industriale? L’idea, un tempo relegata ai romanzi di fantascienza, sta guadagnando terreno: sfruttare l’assenza di gravità nello spazio per sviluppare processi produttivi impensabili sulla Terra. L’intuizione non è nuova. Già nel lontano 1973, gli astronauti a bordo della stazione spaziale Skylab della NASA conducevano esperimenti sulla crescita di cristalli, un componente cruciale per l’elettronica. L’assenza di convezione e sedimentazione, fenomeni dominanti sulla Terra a causa della gravità, prometteva la creazione di strutture cristalline di qualità superiore, con implicazioni significative per le prestazioni dei dispositivi elettronici.
I vantaggi di produrre nello spazio
Nonostante queste promettenti premesse, la manifattura spaziale è rimasta per decenni confinata a un ambito prevalentemente sperimentale. Gli elevati costi di lancio e le complessità logistiche legate al trasporto di materiali e al rientro dei prodotti finiti hanno rappresentato ostacoli significativi alla sua commercializzazione su larga scala. Tuttavia, lo scenario sta rapidamente evolvendo. La riduzione drastica dei costi di accesso allo spazio, grazie all’innovazione nel settore dei lanciatori riutilizzabili, e lo sviluppo di nuove tecnologie per un rientro sulla Terra più efficiente e sicuro, stanno aprendo nuove prospettive. Diverse aziende, tra cui spicca il nome di Astral, stanno scommettendo con decisione sulla produzione industriale in orbita.














