MERCATI – Il calendario economico della settimana a cura di Fabrizio Quirighetti di DECALIA. Mentre gli eventi in Medio Oriente continueranno probabilmente a essere al centro dell’attenzione nei prossimi giorni, con gli investitori concentrati sul potenziale di un’ulteriore escalation tra Israele e Iran, le banche centrali e le politiche monetarie saranno in prima linea anche questa settimana con decisioni previste, in ordine cronologico, da
- Lunedì sera la BoJ (consenso: tasso obiettivo invariato allo 0,5%) ha ribadito che la banca centrale continua a sottolineare le prospettive confuse e in particolare l’elevato livello di incertezza sulla crescita, sull’inflazione, ma anche sull’andamento dello yen dovuto alla politica tariffaria statunitense.
- La Fed mercoledì sera (consenso: mantenere il tasso di riferimento invariato al 4,25%-4,50%), con gli investitori concentrati anche sul SEP (Summary of Economic Projections) e sul famoso “dot plot”, e su come i recenti sviluppi sui dazi e le discussioni sul Big Beautiful Bill stiano influenzando le prospettive della banca centrale. Salvo un grave shock economico o finanziario, o un’inattesa impennata del tasso di disoccupazione, si prevede che la Fed riprenderà ad allentare la politica monetaria a settembre, con un altro taglio di 25 punti base prima della fine dell’anno.
- La BNS giovedì mattina (consenso: è previsto un taglio da -0,25% a 0%… ma alcuni – tra cui GS – non escludono un taglio più profondo di -50 punti base, che riporterebbe i tassi in territorio negativo).
- La BoE nella tarda mattinata di giovedì (consenso: tasso obiettivo invariato al 4,25%, ma un taglio rimane possibile, visti i voti a volte molto variabili e quindi imprevedibili di alcuni membri). In ogni caso, la BoE potrebbe aprire la strada a un taglio dei tassi nella prossima riunione di agosto.
Altrimenti avremo anche…
- Un aggiornamento sugli indicatori di attività di maggio sia negli Stati Uniti (martedì) con la pubblicazione dei dati sulle vendite al dettaglio e sulla produzione industriale (il consenso prevede incrementi stabili o leggermente positivi) sia in Cina, che ha appena pubblicato questa mattina i dati su produzione industriale, vendite al dettaglio e investimenti fissi. In sostanza, le vendite al dettaglio hanno sorpreso positivamente (probabilmente favorite da alcuni effetti favorevoli delle festività di calendario), mentre la produzione industriale e gli investimenti fissi sono risultati leggermente al di sotto delle aspettative del consenso. Inoltre, i prezzi delle case, sia nuove che esistenti, a maggio sono diminuiti più del previsto.
- Inoltre, l’inflazione di maggio nel Regno Unito (mercoledì), che potrebbe influenzare la decisione finale della BoE, o la sua posizione, il giorno successivo (si prevede che l’inflazione core annua nel Regno Unito rallenterà dal 3,8% al 3,6% a maggio), e in Giappone (venerdì), che potrebbe poi costringere la BoJ a inasprire la sua politica monetaria prima possibile se dovesse accelerare ulteriormente (si prevede che l’inflazione headline e core saranno rispettivamente al 3,5% e al 3,2%).
In breve, è probabile che i mercati finanziari, inclusi tassi e tassi di cambio, subiscano qualche movimento, soprattutto in caso di sorprese negative in termini di crescita economica (dati statunitensi di martedì + indici manifatturieri regionali), un indice dei prezzi al consumo giapponese molto più alto del previsto (che metterebbe in difficoltà la BoJ) o una Fed che appare troppo “aggressiva” per i gusti degli investitori… o di Trump. In alternativa, è vero anche il contrario: una de-escalation delle tensioni in Medio Oriente, alcuni dati economici positivi, letture più morbide dell’inflazione e una posizione un po’ accomodante delle banche centrali dovrebbero giocare a favore delle azioni. Infine, si ricorda che i mercati statunitensi saranno chiusi giovedì a causa della festività del Juneteenth.