AMERICA – La Corte Suprema degli Stati Uniti, a maggioranza conservatrice, ha stabilito che i tribunali federali inferiori non possono più sospendere a livello nazionale le decisioni dell’esecutivo, segnando una svolta storica nei rapporti tra potere giudiziario e presidenziale. La sentenza, approvata con sei voti favorevoli e tre contrari, ha autorizzato l’ordine esecutivo del Presidente Trump che limita il diritto di cittadinanza per nascita (decisione discutibile), senza però esprimersi sulla sua costituzionalità. Ma la vera novità è che secondo la Corte, i tribunali devono attenersi ai limiti imposti dal Congresso.
In breve: gli ordini esecutivi che il Presidente americano ha firmato non possono essere sospesi a livello nazionale dalle toghe, le decisioni avranno effetto solamente nella propria giurisdizione. Trump ha definito la decisione una “vittoria enorme”.