BERNA – Il conto alla rovescia ĆØ iniziato per molti partner commerciali degli Stati Uniti, con la scadenza imminente fissata dal Presidente Donald Trump per raggiungere un accordo sui dazi punitivi. Diversi paesi rischiano di affrontare pesanti tariffe, tra cui l’Unione Europea, la Svizzera e il Giappone. La situazione ĆØ complessa, con tre scenari principali all’orizzonte: dazi punitivi, una proroga della scadenza o un accordo dell’ultimo minuto. L’Unione Europea ĆØ nel mirino di Trump, che ha minacciato dazi fino al 50%, un aumento significativo rispetto all’aliquota base del 10%. La tensione ĆØ ulteriormente alimentata dall’accusa di Trump secondo cui l’UE starebbe lavorando a una tassa digitale contro le grandi aziende tecnologiche americane.
La scadenza dei dazi si avvicina: la Svizzera preoccupata sull’intesa
Anche la Svizzera ĆØ coinvolta in questa escalation tariffaria. A inizio aprile, Trump ha annunciato un dazio generale del 10% sulle importazioni, con supplementi specifici per la Svizzera che porterebbero l’aliquota al 21%. Questa maggiorazione ĆØ stata sospesa per 90 giorni, con scadenza fissata al 9 luglio. Il ministro dell’economia ha espresso preoccupazione per l’aumento degli interessi politici nell’economia globale. La Svizzera, come altri paesi, spera in una proroga. Il Consiglio federale ha espresso fiducia, citando il riconoscimento da parte degli USA della buona fede elvetica nei negoziati. Di conseguenza, Berna si aspetta che i dazi rimangano al 10% anche dopo la scadenza, finchĆ© le discussioni continueranno. La Svizzera puntava all’inizio a un’intesa veloce. Tuttavia, gli esperti ritengono improbabile che si arrivi a veri e propri accordi commerciali completi in tempi brevi, data la loro complessitĆ legale e i lunghi tempi di negoziazione. Le prossime ore saranno decisive per delineare il futuro delle relazioni commerciali globali.