SVIZZERA –Ā La dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease – LSD) rappresenta una nuova minaccia per il patrimonio zootecnico europeo, spingendo la Svizzera ad adottare misure preventive straordinarie. Dopo la conferma del primo caso di LSD in Francia, nel dipartimento della Savoia, le autoritĆ sanitarie svizzere hanno deciso di implementare un programma di vaccinazione preventiva per tutti i bovini presenti nelle zone di confine a rischio. La malattia virale, che colpisce bovini, bufali e bisonti attraverso la trasmissione di mosche e zanzare, non presenta alcun pericolo per la salute umana ma può causare significative perdite economiche nel settore dell’allevamento. L’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha avviato le procedure per procurarsi rapidamente i vaccini necessari, lavorando in stretta collaborazione con i servizi veterinari cantonali per proteggere efficacemente la salute animale sul territorio nazionale.
Strategia di contenimento transfrontaliera e sorveglianza veterinaria rafforzata
La strategia di vaccinazione preventiva adottata dalla Svizzera si inserisce nel quadro di un approccio coordinato con la Francia per contenere la diffusione della dermatite nodulare contagiosa. Il territorio svizzero ĆØ stato incluso nella zona di sorveglianza istituita dalle autoritĆ francesi, che comprende un raggio di 50 chilometri dall’azienda colpita nella Savoia, con conseguenti limitazioni al traffico di animali e controlli veterinari intensificati. L’USAV continua a monitorare costantemente la situazione epidemiologica, pur non avendo registrato alcun caso di LSD sul territorio nazionale. Questa risposta proattiva delle autoritĆ sanitarie svizzere dimostra l’importanza della collaborazione internazionale nella gestione delle emergenze zoosanitarie, considerando che dal 2015 si sono verificati ripetuti focolai di dermatite nodulare nell’Europa sud-orientale, con la recente espansione verso l’Italia (22 giugno 2025) e la Francia, richiedendo un coordinamento transfrontaliero per prevenire ulteriori diffusioni dell’epizoozia.