MERCATI – Mercati, distensione ma ancora nessun accordo. A cura di Fabrizio Quirighetti di DECALIA. Il tempo stringe per i negoziati sui dazi, con pochi accordi raggiunti finora. La Cina sta cercando di guadagnare tempo, legando ai negoziati le esportazioni strategiche di terra, mentre l’area euro ha chiaramente bisogno di più tempo per sistemare la situazione interna. Nel frattempo, le tensioni in Medio Oriente sono tornate a crescere, con l’attacco di Israele all’Iran, inizialmente senza il consenso degli Stati Uniti. Queste preoccupazioni geopolitiche si sono tuttavia giĆ attenuate. Il prezzo del petrolio ĆØ tornato sotto i 70 dollari al barile, vicino ai livelli prevalenti prima dellāattacco di Israele allāIran. Per questo motivo, gli ultimi giorni sembrano destinati ad aggiungersi alla lunga lista di shock geopolitici che si sono rivelati temporaneamente dirompenti ma con effetti di durata modesta sui mercati. Per quanto riguarda lā”One Big Beautiful Bill“, continua ad avanzare al Congresso degli Stati Uniti, sollevando preoccupazioni tra gli investitori stranieri circa la sostenibilitĆ fiscale degli Stati Uniti e l’erosione dell’egemonia del biglietto verde.
Mercati, distensione ma ancora nessun accordo
Passando alle considerazioni economiche, l’attivitĆ negli Stati Uniti sta rallentando ma ĆØ ancora in corso, mentre il processo di disinflazione rimane in atto, ad oggi. La Fed non ha ancora tagliato i tassi, tuttavia, mantenendo una posizione cauta sia sulle proiezioni di crescita che su quelle di inflazione, in quantoĀ non si possono escludere completamente alcuni rischi di stagflazione per la seconda parte dell’anno. Tuttavia, sia gli investitori che la Fed prevedono due tagli dei tassi al 3,5-3,75% prima della fine dell’anno. In Europa, la crescita si ĆØ stabilizzata, con il sentiment manifatturiero in ripresa ma con i servizi che ultimamente hanno perso slancio. Come previsto, la BCE ha tagliato i tassi di 25 punti base al 2,0% a giugno e ha mantenuto la porta aperta a ulteriori allentamenti, se necessario, poichĆ© l’impatto dei dazi imminenti o di un rimbalzo prolungato dei prezzi dell’energia sia sulla crescita che sull’inflazione rimane poco chiaro. Infine, la BNS ha tagliato i tassi allo 0% e sta valutando lāipotesi di tassi negativi per domare la forza del CHFĀ āĀ un approccio probabilmente vano a nostro avviso.
Il dollaro americano rimane la principale vittima collaterale delle politiche di Trump
A livello di portafoglio, stiamo decisamente assumendo un atteggiamento ribassista sul dollaro USA, con un’esposizione ora sottopesata, dopo un atteggiamento giĆ più cauto negli ultimi mesi. Lo stesso vale per le azioni statunitensi e le obbligazioni denominate in dollari (tutte declassate a un leggero sottopeso negli ultimi 3 mesi). Considerata una valutazione della paritĆ del potere d’acquisto del dollaro statunitense ancora piuttosto elevata rispetto alla maggior parte delle principali valute del G10, nonchĆ© gli obiettivi politici di Trump (tassi più bassi, indebolimento della valuta) e i rischi (sostenibilitĆ fiscale, de-dollarizzazione),Ā il biglietto verde ĆØ ora suscettibile di risentire di un crescente rapporto di copertura forexĀ o semplicemente di un lento ma continuo deflusso da parte degli investitori internazionali, sia per rimpatrio di capitali che per scopi di diversificazione. Non stiamo mettendo in discussione l’egemonia del dollaro statunitense, ma ci aspettiamo che si riduca in futuro. Ciò ĆØ particolarmente vero dopo diversi anni di eccezionalismo statunitense che ha funzionato da calamita per il flusso di risparmio europeo e asiatico, periodi durante i quali gli Stati UnitiĀ erano considerati un alleato economico e politico affidabile e degno di fiducia.
La diversificazione un requisito fondamentale per i portafogli
In conclusione, continuiamo a considerare la diversificazione un requisito fondamentale per i portafogli. Non solo tra le varie classi di investimento, con l’oro (ancora preferito alla duration dei titoli di Stato, in assenza di uno scenario di grave recessione) e l’esposizione al CHF come ampi rifugi sicuri in vari scenari di risk-off, ma, cosa più importante, anche all’interno delle azioni (regioni, settori, stili e dimensioni delle societĆ ) e delle obbligazioni (regioni, fasce di scadenza, settori e rischi di credito). A livello globale,Ā confermiamo la nostra posizione complessivamente neutrale sia sul mercato azionario che su quello obbligazionario. Il nostro attuale posizionamento equilibrato e l’allocazione ben diversificata riflettono la nostra cautela nel valutare l’ampia gamma di risultati potenziali, in gran parte inerenti all’instabilitĆ politica di Trump. Ciò dovrebbe consentire ai portafogli di beneficiare dei rendimenti positivi, ma contenuti, attesi per questāanno nella maggior parte delle classi di attivitĆ , mitigando al contempo le difficoltĆ e mantenendo una flessibilitĆ sufficiente per adattarsi all’evoluzione delle condizioni lungo il percorso. Detto questo, di recente abbiamo anche aggiunto alcune protezioni tattiche per l’estate, per mantenere il potenziale di rialzo previsto, maĀ con un profilo di rischio inferiore.