STILE – La digitalizzazione ha introdotto l’intelligenza artificiale (AI) nel diritto del lavoro, portando a un’ampia adozione di sistemi automatizzati per il monitoraggio dei dipendenti. Se da un lato questi strumenti promettono di ottimizzare l’organizzazione e migliorare le performance aziendali, dall’altro sollevano delicate questioni sulla legalitĆ del controllo sui dipendenti, specialmente quando il confine tra strumenti di lavoro e strumenti di sorveglianza diventa sfumato. In un’epoca in cui efficienza e produttivitĆ sono prioritĆ , ĆØ cruciale bilanciare queste esigenze con il diritto alla privacy e alla dignitĆ dei lavoratori, navigando le complesse normative italiane ed europee.
Controllo AI sui dipendenti
Sempre più aziende, stanno implementando tecnologie di monitoraggio avanzato. Queste includono sistemi di riconoscimento facciale, tracciamento delle attivitĆ digitali, software per l’analisi delle prestazioni in tempo reale e strumenti che registrano movimenti, clic e il tempo trascorso su specifiche applicazioni. Spesso, tali controlli avvengono tramite i dispositivi forniti dall’azienda, come PC e smartphone. Questo scenario impone un’attenta valutazione della compatibilitĆ di tali pratiche con il quadro normativo vigente che pongono limiti stringenti sull’uso di strumenti di controllo a distanza e sulla raccolta e il trattamento dei dati personali dei dipendenti. La sfida consiste nel trovare un equilibrio che permetta alle aziende di sfruttare i vantaggi dell’AI senza compromettere i diritti fondamentali dei lavoratori.