ASIA – Dopo anni di proteste, fuga di cervelli e pandemia, Hong Kong sembrava finita. E invece ecco la Cina, che la rilancia come showroom del suo capitalismo con caratteristiche tutte cinesi.
Champagne e censura: la nuova vita della cittĆ
Il PIL cresce del 3,1%, il listino azionario batte record di IPO e il renminbi offshore scorre a fiumi come cocktail in un rooftop bar. Certo, la libertà di stampa non è più quella da manuale occidentale, ma per gli investitori contano più le tasse leggere e i collegamenti diretti con la Grande Baia. Risultato? La città torna a sedurre, oscillando tra censura e champagne.
Mattoni che seducono
Il mercato immobiliare di Hong Kong prova unāaria nuova: stamp duty ridotta a HK$100 per case fino a HK$4 milioni e transazioni in crescita del +68,8% a marzo 2025 (1.534 unitĆ vendute) grazie agli incentivi. Ma i prezzi? In caduta libera: lāindice delle abitazioni private ĆØ sceso a 284,7 a febbraio, minimo da luglio 2016 e quasi -30 % sotto il picco del 2021. E la discesa continua: a marzo ĆØ arrivata unāulteriore flessione dello 0,5 % ā tradotto: Pechino lancia i bonus, il mercato gioca āosserva e aspettaā.