WASHINGTON D.C., Stati Uniti – Donald Trump ha appena messo a segno un altro colpo da maestro: il governo USA ha acquisito il 9,9% di Intel per la modica cifra di 8,9 miliardi di dollari. Un affare che il tycoon ha definito āuna vittoria per lāAmerica e per il futuro dei chipā. E chi siamo noi per contraddirlo?
Intel made in MAGA
Lāaccordo, siglato alla Casa Bianca con il CEO Lip-Bu Tan, prevede una partecipazione passiva: niente seggi nel consiglio, ma un bel warrant quinquennale per un ulteriore 5% se Intel dovesse perdere il controllo della divisione foundry. Tradotto: il governo non comanda, ma tiene il guinzaglio.
Dalla Silicon Valley al Potomac: Intel si arruola nel sogno MAGA
Il piano rientra nel CHIPS Act, con lāobiettivo di riportare la produzione di semiconduttori in patria. Trump, tra una stretta di mano e una battuta sul āMade in Chinaā, ha ribadito che ālāAmerica non compra chip, li fabbricaā. Wall Street ha applaudito: +5,5% per Intel e unāeco positiva su tutto il settore tech. E mentre i critici gridano al rischio dāinterferenza governativa, Trump sorride: un altro round vinto, un altro “Truth” pronto.














