SVIZZERA – Quando si avvicina il momento della pensione, un numero crescente di cittadini svizzeri comincia a sognare una vita divisa tra la Confederazione e un altro paese. Questa tendenza, spesso spinta dal desiderio di un clima più mite o da un costo della vita più accessibile, riflette un approccio pragmatico e moderno alla terza età. Vivere per una parte dell’anno all’estero, pur mantenendo un forte legame con la Svizzera, è una scelta che permette di unire il meglio di due mondi. Le motivazioni sono diverse e personali: c’è chi cerca il sole e la tranquillità, chi vuole essere più vicino a figli e nipoti, o semplicemente chi desidera ottimizzare le proprie finanze per godersi un tenore di vita più elevato. Nonostante il fascino di questa opzione, non esistono cifre ufficiali che quantifichino il fenomeno, poiché le persone coinvolte possono essere registrate in modi diversi, complicando il tracciamento di questo stile di vita “a metà tempo“.
La doppia vita da pensionati svizzeri
Per molti, la decisione è dettata da ragioni economiche. Come dimostra l’esperienza di un’ingegnere chimico in pensione anticipata, la possibilità di reinvestire parte della pensione o del secondo pilastro in paesi con un costo della vita inferiore può fare la differenza. L’acquisto di proprietà da mettere a reddito o l’investimento immobiliare diretto permette di generare un’entrata extra e di vivere in modo indipendente e confortevole. Tuttavia, è fondamentale tenere in considerazione gli aspetti amministrativi e i costi aggiuntivi che una doppia residenza comporta. Come sottolineato da una cooperativa specializzata, la moltiplicazione delle spese, dalla gestione delle due case alle questioni burocratiche, può rendere questa scelta vantaggiosa solo se il paese di destinazione ha un costo della vita notevolmente inferiore rispetto alla Svizzera. Questa doppia vita richiede quindi una pianificazione attenta e una valutazione realistica dei pro e dei contro.














