LONDRA – Un risultato a dir poco preoccupante per la storica casa d’aste Sotheby’s, che ha chiuso il 2024 con un rosso da 248 milioni di dollari, più del doppio rispetto ai 106 milioni dell’anno precedente. I dati, resi noti da Bidfair Luxembourg, la holding del proprietario Patrick Drahi, dipingono un quadro di forte contrazione per il gigante del mercato dell’arte. Il calo dei ricavi è il primo, evidente segnale di allarme. Le commissioni, principale fonte di guadagno della casa d’aste, sono scese del 18%, attestandosi a 813 milioni di dollari. Un dato che riflette la cautela di un mercato sempre più volatile. Secondo l’analisi, a pesare è stata la contrazione della spesa da parte dei grandi collezionisti, spaventati dalle tensioni geopolitiche e dall’incertezza economica globale. In un clima di insicurezza, gli investimenti in beni di lusso come le opere d’arte rallentano inevitabilmente.
Sotheby’s in crisi: perdite record e mercato dell’arte in affanno
Se da un lato il mercato ha frenato, dall’altro i costi operativi hanno continuato a crescere, in particolare quelli legati ai licenziamenti. Nonostante una riduzione minima del personale (solo 24 dipendenti su un totale di 2.218), gli oneri straordinari per la liquidazione sono quasi triplicati, passando da 11,4 a 29,2 milioni di dollari in un solo anno. Una cifra che solleva interrogativi sull’efficienza della riorganizzazione interna e sulla gestione delle risorse umane. Le perdite record di Sotheby’s non sono solo un problema aziendale, ma un campanello d’allarme per l’intero mercato dell’arte. La crisi del 2024 mostra quanto anche un settore storicamente resiliente sia vulnerabile ai grandi mutamenti economici e politici. La sfida per Sotheby’s e per il suo proprietario, Patrick Drahi, sarà quella di invertire la rotta in un contesto che si preannuncia ancora incerto. Saranno necessarie strategie coraggiose per riconquistare la fiducia dei collezionisti e ridare slancio a un mercato in affanno.














