IMPRESA –Ā La potenziale cessione di una quota dell’impero Armani si profila come un evento di portata strategica, che non potrĆ prescindere dall’intervento del Governo italiano tramite l’attivazione del Golden Power. Questa misura di sicurezza nazionale, che conferisce all’esecutivo il potere di veto o di imporre specifiche condizioni su operazioni societarie in settori strategici, ĆØ al vaglio in considerazione dei potenziali acquirenti. Tra i nomi inseriti da Giorgio Armani nel suo testamento figurano colossi internazionali, in particolare tre maison francesi: Lvmh, L’OrĆ©al e la franco-italiana Essilux (EssilorLuxottica). La presenza di questi player stranieri nel mix ha acceso i riflettori sulla necessitĆ di tutelare un asset fondamentale del Made in Italy come Armani. L’attivazione del Golden Power ĆØ dunque vista come un passaggio obbligato per salvaguardare la sovranitĆ economica e la continuitĆ del brand nel settore lusso, garantendo al contempo che l’operazione sia in linea con gli interessi nazionali. Le valutazioni dell’esecutivo, guidato dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, saranno decisive per il futuro della storica casa di moda.
Essilux favorita e la necessitĆ di un veto
Tra i potenziali acquirenti, Essilux (EssilorLuxottica) emerge come front-runner, con un vantaggio strategico legato alla sua parziale italianitĆ dāorigine, rappresentata dal ramo Luxottica. Ć proprio Essilux ad aver palesato per prima l’esigenza di un via libera governativo, sollecitando una valutazione preventiva per evitare sorprese post-accordo. Francesco Milleri, patron di Luxottica e leader di Delfin, forte della recente esperienza in operazioni finanziarie complesse (come Mediobanca e il caso Banco Bpm–Unicredit), comprende appieno il peso del veto di stato. Per questo, l’intento ĆØ di ottenere l’approvazione del Presidente del Consiglio Meloni prima di finalizzare qualunque accordo con la maison Armani. Sebbene Essilux sia quotata alla borsa francese, la sua forte radice e la leadership italiana giocano a suo favore, posizionandola come l’opzione preferibile per l’Esecutivo intenzionato a mantenere una significativa impronta italiana all’interno dell’asset. La mossa di Milleri ĆØ volta a disinnescare preventivamente il rischio Golden Power, assicurando una transizione più fluida e politicamente accettabile per la cessione dell’impero del lusso.