EUROPA – La proposta di Bilancio Pluriennale 2028-2034 presentata dalla Commissione Europea ha subito un duro colpo, venendo di fatto affossata in sede di Consiglio Ecofin a Lussemburgo. La Germania, per voce del suo ministro delle Finanze, Lars Klingbeil, ha espresso un “rifiuto” netto e categorico. La critica principale riguarda l’ammontare complessivo, giudicato “troppo alto”, con una cifra di duemila miliardi ritenuta eccessiva. Berlino, pilastro finanziario dell’Unione, contesta anche l’impianto delle nuove risorse proprie, sostenendo che non possano raggiungere i 44 miliardi previsti e che l’intera proposta sia “contro gli obiettivi di competitività”. A questa opposizione si sono unite in modo intransigente i Paesi Bassi e la Svezia, che hanno definito la proposta “inaccettabile“. Il ministro olandese Eelco Heinen e la collega svedese Elisabeth Svantesson chiedono entrambi di “spendere meglio, e non di più”, con Stoccolma che ha demolito ogni idea di nuovi introiti diretti per Bruxelles. Questo blocco di paesi ‘frugali’, che vede anche la Finlandia tra i primi critici, rende estremamente difficile il cammino del futuro MFF, il quale, richiedendo l’unanimità, si trova in una situazione di stallo critico.
Dubbi sulle Risorse Proprie e Posizione Meno Netta dell’Italia: Il Futuro del Budget UE a Rischio
Il dibattito in Ecofin si è concentrato anche sulla discussione delle risorse proprie, rivelando un fronte di Stati membri non solo compatti sul ‘no’ all’impianto generale, ma anche molto scettici sulle singole proposte di finanziamento. Le obiezioni si estendono dalla Polonia all’Irlanda, dalla Repubblica Ceca all’Ungheria, con critiche che spaziano dai dubbi sui rifiuti elettronici e la plastica, fino al rifiuto di nuove tasse su imprese e imposte ambientali, considerate “troppo aggressive” o frenanti per la competitività. Anche l’Italia, pur mostrandosi meno netta e definendo la proposta Commissione un “punto di partenza”, ha espresso riserve tramite il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in particolare sul metodo della tassa sulla plastica e sulla necessità di dati comparativi per i rifiuti elettronici. La forte resistenza di paesi cruciali come la Germania e il generale scetticismo su un debito comune e sulla filosofia di spesa della Commissione, suggeriscono che il Quadro Finanziario Pluriennale 2028-2034 sia al capolinea nella sua formulazione attuale e che saranno necessari profondi tagli e una sostanziale revisione per superare l’attuale e insormontabile fronda del ‘no’.