EUROPA – L’Unione Europea a lungo esclusa dai negoziati cruciali sul conflitto tra Israele e Hamas a Gaza, sta ora cercando attivamente di assicurarsi un posto al tavolo delle trattative per l’implementazione del piano di pace in 20 punti stilato da Donald Trump. Dopo aver assistito inerme per due anni al sanguinoso conflitto, limitandosi a appelli umanitari e sostegno alla popolazione, Bruxelles rivendica un ruolo attivo. L’alta rappresentante per gli affari esteri, Kaja Kallas, ĆØ stata chiara in occasione del vertice ministeriale tenutosi a Parigi il 9 ottobre, presieduto dal presidente Emmanuel Macron: “Siamo i maggiori donatori alla Palestina in termini di aiuti umanitari… pertanto, ritengo che, dato il nostro contributo, dovremmo essere presenti al tavolo“. La riunione ha visto la partecipazione di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Spagna, la commissione europea e diversi paesi arabi (tra cui Arabia Saudita, Qatar, Egitto), evidenziando la volontĆ di creare un fronte internazionale per sostenere l’accordo. La necessitĆ di un sostegno internazionale per la riuscita del piano ĆØ stata ribadita da Kallas stessa, sottolineando che l’accordo sul cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane rappresenta un passo importante verso la pace.
Il vertice di Parigi mette l’Europa al centro della discussione sull’implementazione
Il vertice parigino, originariamente concepito per discutere il piano dopo la sua presentazione, ha acquisito una nuova urgenza a seguito dell’accordo di Hamas e del gabinetto di sicurezza israeliano. La Francia e il Regno Unito in particolare, ma anche la commissione europea, insistono affinchĆ© il futuro della striscia non sia gestito esclusivamente da Trump. L’Eliseo spinge affinchĆ© il processo sia inquadrato nell’ambito delle Nazioni Unite (ONU), in particolare per quanto riguarda la forza di stabilizzazione e la governance dell’autoritĆ di transizione. L’UE ribadisce di avere un “ruolo importante da svolgere in termini di attuazione” e si dichiara pronta a contribuire anche dal punto di vista militare, paventando la possibilitĆ di dispiegare nuovamente la missione Eubam Rafah al valico di frontiera e di rinnovare il mandato di Eupol Copps, per supportare la forza di stabilizzazione. nonostante il messaggio di unitĆ nel sostenere il piano trumpiano, rimangono i dubbi sulla sua implementazione e i timori che l’Europa possa essere tagliata fuori dalle decisioni chiave relative al “consiglio di pace” che amministrerĆ temporaneamente Gaza. L’obiettivo di Bruxelles e dei principali stati membri ĆØ dunque quello di garantire una presenza incisiva e continuativa nel processo di pace e stabilizzazione della regione.