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L’allarme Mediterraneo: ingressi irregolari nell’UE in calo tranne sulle rotte libiche

EUROPA – Nei primi nove mesi del 2025, l’Unione Europea ha registrato un calo significativo, pari al 22 per cento, degli ingressi irregolari complessivi, attestandosi a 133.400. I dati diffusi da Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, mostrano una diminuzione drastica su quasi tutte le rotte: -36 per cento dal confine orientale, -47 per cento dai Balcani occidentali e un notevole -58 per cento sulla rotta atlantica. Tuttavia, l’unica, allarmante eccezione è rappresentata dal Mediterraneo. L’efficacia degli accordi europei nel bloccare le partenze dal Maghreb è messa in discussione, soprattutto alla luce del tragico costo umano, con 1.299 persone morte dall’inizio dell’anno secondo l’IOM. È evidente che, mentre i flussi diminuiscono altrove, le pressioni migratorie si concentrano in maniera critica sul Mediterraneo Centrale e Occidentale, mantenendo i numeri del 2024 e sollevando serie preoccupazioni a Bruxelles.

Bruxelles convoca Tripoli e Bengasi per gestire l’emergenza Mediterraneo Centrale

La situazione nel Mediterraneo Centrale appare particolarmente critica, con quasi 50.900 arrivi rilevati tra gennaio e settembre 2025, un incremento del 2 per cento rispetto al 2024. Nonostante una riduzione delle partenze dalla Tunisia, la Libia emerge come il punto nevralgico, con un vertiginoso aumento del 50 per cento dei flussi migratori. Similmente, il Mediterraneo Occidentale ha registrato un aumento del 28 per cento degli attraversamenti irregolari, con l’Algeria che ora funge da principale punto di partenza a causa degli sforzi di prevenzione marocchini. Di fronte a questa emergenza, e con le partenze dalla Libia che preoccupano la Commissione, si intensificano gli sforzi diplomatici. Per la prima volta, la Commissione Europea ospiterà il 15 e 16 ottobre le autorità di Tripoli e Bengasi a Bruxelles. L’obiettivo è discutere una gestione dei flussi più efficace, superando le difficoltà nei rapporti bilaterali, come l’espulsione di una delegazione UE avvenuta a luglio, e cercare una cooperazione per contenere gli ingressi irregolari e tutelare la sicurezza delle frontiere europee.

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