MONDO – Tornano a soffiare venti di guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina dopo che Pechino ha intensificato i controlli sulle esportazioni di minerali rari. Donald Trump ha definito questo atto cinese come “molto ostile” e ha risposto con una mossa drastica: l’annuncio di ulteriori dazi al 100% sul Dragone, che entreranno in vigore dal primo novembre 2025. Queste nuove tariffe saranno aggiuntive a quelle giĆ esistenti e saranno accompagnate da controlli all’export sui software essenziali. L’impatto sui mercati finanziari ĆØ stato immediato e pesante: Wall Street affonda, con il Nasdaq che ha ceduto il 3,56% e una perdita complessiva di 1.500 miliardi di dollari di capitalizzazione. Anche le piazze europee hanno risentito della tensione: Parigi ha perso l’1,53%, Francoforte l’1,5%, Londra lo 0,86% e Piazza Affari l’1,74%. Trump, sorpreso dalle “lettere inviate” dalla Cina riguardanti i maggiori controlli sull’accesso alle terre rare, ha comunicato sul suo social Truth la sua intenzione di dare seguito alla minaccia di tariffe più pesanti, acuendo la crisi diplomatica e commerciale.
Crisi diplomatica profonda con la Cina
Oltre alla stretta commerciale, la crisi si acuisce sul piano diplomatico. Il Presidente Trump ha chiarito che non ĆØ previsto alcun incontro con il Presidente Xi Jinping in Corea del Sud tra due settimane, dichiarando in modo lapidario: “non so se vedrò Xi”. Questa decisione segue la minaccia di Pechino sull’accesso ai minerali e la percezione di un atto ostile da parte di Washington, evidenziando una rottura temporanea nel dialogo ad alto livello. L’imposizione dei dazi del 100% e dei nuovi controlli sulle esportazioni di software essenziali, in vigore dal primo novembre, rappresenta una netta escalation nella guerra commerciale tra le due superpotenze e segnala che la risoluzione del conflitto sulle terre rare ĆØ destinata a inasprirsi, con forti ripercussioni sulla stabilitĆ economica globale.