SVIZZERA – L’Amministrazione federale svizzera si posiziona ancora una volta come modello di equità salariale. Come emerso dall’ultima analisi del 2025 e comunicato dal Consiglio federale a Berna il 5 novembre 2025, la parità salariale tra donne e uomini è pienamente garantita. Questo traguardo positivo, che si allinea ai risultati delle verifiche precedenti del 2013, 2018 e 2022, è frutto di un impegno costante e del rafforzamento della Carta per la parità salariale. Per la prima volta, l’analisi ha esteso il proprio raggio d’azione includendo anche unità amministrative con meno di 50 collaboratori, dimostrando una volontà di trasparenza e controllo capillare. I risultati sono impressionanti: i valori di scostamento si attestano al di sotto del valore target facoltativo del 2,5% e, in alcuni casi, nettamente inferiori, superando di gran lunga il valore limite del 5%.
Metodologia e risultati dettagliati
Per condurre questa verifica approfondita, l’Amministrazione federale ha utilizzato lo strumento standardizzato Logib, sviluppato dalla Confederazione. Questo strumento è essenziale per un’analisi rigorosa, poiché tiene conto dei fattori retributivi rilevanti come la formazione, l’età, la funzione e il livello di qualifica richiesto, garantendo che i confronti siano basati su criteri oggettivi. I miglioramenti osservati rispetto alle analisi passate, che hanno portato a risultati eccellenti a livello di singoli dipartimenti e dell’intera Amministrazione, sono attribuiti all’evoluzione dello strumento stesso, agli adeguamenti nella definizione degli stipendi e all’effetto della fluttuazione naturale del personale. Un’unica eccezione si registra: l’unità ISCeco del DEFR, che presenta uno scostamento del 9,6%. Tuttavia, tale differenza è stata verificata e convalidata come dovuta a motivi strutturali e di sistema, tipici delle unità di piccole dimensioni con bassa percentuale di donne impiegate.














