STILE – Io, una delle lune di Giove, detiene il primato di oggetto più vulcanicamente attivo dell’intero Sistema Solare. Il suo aspetto superficiale è in costante mutamento, un mondo in eterno tormento dove fiumi di lava e immense colonne di zolfo vengono incessantemente eruttati. La causa di questo inferno geologico risiede nelle forze mareali esercitate dalla potentissima gravità di Giove, in combinazione con l’influenza delle altre lune galileiane, Europa e Ganimede. Questo continuo “strizzamento” e compressione interna, noto come riscaldamento mareale, genera un calore così intenso da mantenere fuso il materiale roccioso e minerale, alimentando una miriade di vulcani attivi sulla superficie. I dati raccolti dal telescopio Webb stanno ora fornendo una visione senza precedenti su questa attività.
I rivelatori infrarossi del JWST
Nel novembre 2022, il telescopio spaziale James Webb (JWST) ha utilizzato i suoi sensibili occhi infrarossi per studiare Io. Le osservazioni, in particolare quelle condotte dallo spettrografo nel vicino infrarosso, sono state in grado di misurare con precisione la temperatura e la composizione chimica della superficie, rivelando dettagli mai visti prima sull’atmosfera della luna e sui suoi centri di emissione. Tra le scoperte più significative, vi è stata la rilevazione di un’eruzione vulcanica di straordinaria energia nella regione nota come Kanehekili Fluctus. Il JWST ha anche permesso di stabilire per la prima volta un legame diretto tra il monossido di zolfo e le bocche vulcaniche, confermando un’ipotesi che era rimasta in sospeso per decenni. La capacità unica del Webb di scrutare Io anche quando è in ombra sta rivoluzionando la nostra comprensione dei meccanismi geologici che mantengono questa luna in uno stato di fermento continuo.














