STILE –Ā L’immagine di Catrina la Calavera, il celebre teschio vestito elegantemente, ĆØ oggi un’icona pop diffusa a livello globale, onnipresente nella street art e persino protagonista di scene cinematografiche di grande impatto, come l’inizio mozzafiato del film di 007 Spectre (2015), ambientato durante la maestosa parata del Dia de los muertos a CittĆ del Messico. Questo “Halloween messicano” trova in Catrina il suo emblema più riconoscibile. Eppure, la sua origine ĆØ ben diversa, affondando le radici nella critica sociale e nella satira politica di inizio Novecento. La calavera (teschio in spagnolo) nasce come opera pungente durante la presidenza di Porfirio DĆaz (1830-1915), un periodo storico in cui molti messicani della classe dirigente tendevano a disprezzare le proprie tradizioni indigene, ostentando invece uno stile di vita e di abbigliamento di stampo europeo.
L’ereditĆ di JosĆ© Guadalupe Posada e la sua evoluzione
Catrina fu concepita per la prima volta dall’illustratore messicano JosĆ© Guadalupe Posada tra il 1910 e il 1913, non come una celebrazione, ma come una frecciata ironica verso questa borghesia che, pur vestendosi Ć la franƧaise, non poteva sfuggire al proprio destino mortale. Il teschio, infatti, pur adornato con cappelli sfarzosi e abiti da dama, ricordava a tutti che sotto i vestiti costosi la sostanza umana ĆØ la stessa. L’opera satirica di Posada, raffigurante un teschio femminile con un grande cappello alla moda, fu originariamente chiamata “La Calavera Garbancera”. Fu in seguito il muralista Diego Rivera a ribattezzarla Catrina (un termine che all’epoca si riferiva a una persona elegante e ricca) e a immortalarla nel suo murale “Sogno di una domenica pomeriggio nel parco Alameda”, consolidando definitivamente la sua immagine nell’immaginario collettivo messicano e trasformandola da scherno politico a figura cardine della cultura popolare e della celebrazione del Giorno dei Morti.














