EUROPA – L’immagine consolidata di un’Europa economicamente divisa, con un Nord fiscalmente virtuoso guidato dalla Germania e una periferia meridionale etichettata come spendacciona (il tristemente noto acronimo PIGS), è stata clamorosamente smentita negli ultimi anni. Come evidenziato dai recenti dati, si è verificato un vero e proprio ribaltamento dei ruoli che vede le tre maggiori economie del continente – Francia, Regno Unito e Germania – bloccate in un ciclo di crescita debole e alle prese con l’aumento dei deficit di bilancio e del debito. La Francia, in particolare, è considerata l’epicentro di questo mutamento, immersa in una crisi politica e di bilancio, mentre persino nazioni notoriamente parsimoniose come la Germania e i Paesi Bassi stanno registrando un aumento dell’indebitamento. In netto contrasto, i Paesi che furono l’epicentro della crisi del debito all’inizio degli anni Duemila, come la Spagna e la Grecia, stanno emergendo come rare note positive per la crescita europea, con alcuni di loro che sfiorano un quasi pareggio dei conti pubblici. Questa inversione di tendenza è un risultato inaspettato che segna una nuova fase nelle dinamiche finanziarie del continente.
Questa sorprendente performance dell’Europa meridionale affonda le sue radici nelle riforme strutturali
Sebbene i tagli alla spesa abbiano lasciato cicatrici profonde – come dimostra il fatto che l’economia greca sia ancora significativamente più piccola rispetto al periodo pre-crisi e la disoccupazione rimanga alta – l’obbligo di innalzare l’età pensionabile, semplificare la burocrazia e privatizzare le industrie ha creato fondamenta economiche più solide. Secondo gli analisti, molti dei paesi che oggi registrano i migliori risultati in Europa sono proprio gli ex “paesi del programma” che hanno beneficiato di questi cambiamenti strutturali. A ciò si aggiunge l’impulso derivante dall’impennata del turismo e i centinaia di miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti erogati dall’Unione Europea, che hanno finanziato progetti cruciali. Tuttavia, il cambiamento è più profondo: città come Milano, Lisbona e Siviglia sono fiorite come centri tecnologici e di start-up, e i mercati del lavoro stanno evolvendo verso l’aggiunta di posti di lavoro qualificati che promettono di aumentare la produttività complessiva. I governi del Sud, come dimostrato dalla cautela fiscale del Primo Ministro italiano Giorgia Meloni, mostrano inoltre una maggiore sensibilità verso i limiti di spesa, rassicurando i mercati obbligazionari e contribuendo a un clima di maggiore stabilità finanziaria.














