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LUGANO - Exxon Mobil si è unita alla rivale Chevron Corp nell’esaminare le opzioni per acquistare parte degli asset internazionali di Lukoil, compagnia petrolifera...
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mercoledì 19 Novembre 2025
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L’UE lancia la “Schengen della difesa”: tra rilancio industriale e neutralità svizzera

LUGANO – La Commissione Europea ha presentato la Schengen militare, un piano per facilitare la mobilità delle forze armate e rilanciare l’industria della difesa. Per la Svizzera e altri Paesi non membri come la Norvegia, la sfida è bilanciare sicurezza condivisa e neutralità storica.

Cos’è la Schengen della difesa

Secondo la proposta della Commissione Europea, gli Stati membri avranno da 6 a 72 ore per mobilitare truppe e mezzi militari attraverso i confini interni, senza ostacoli burocratici. L’iniziativa si inserisce nel piano “Rearming Europe”, che prevede fino a 800 miliardi di euro di investimenti, di cui 150 miliardi in prestiti, per rafforzare le capacità di difesa.

Gli obiettivi dichiarati da Bruxelles

  • Protezione dei cittadini europei con una deterrenza credibile.
  • Rilancio dell’industria militare europea, riducendo la dipendenza da fornitori esterni.
  • Preparazione alle crisi, con una gestione più rapida e coordinata.

La posizione della Svizzera

La Svizzera, rappresentata dalla sua Missione presso l’UE a Bruxelles, mantiene un dialogo costante con le istituzioni europee. La neutralità rimane un pilastro costituzionale, ma il Consiglio federale valuta forme di partenariato di sicurezza e difesa (SDP), già adottate da Paesi terzi.

Il dibattito interno è acceso:

  • Pro: maggiore protezione, accesso a tecnologie avanzate, cooperazione in settori non offensivi (cyber-sicurezza, logistica).
  • Contro: rischio di percezione internazionale come “non più neutrale”, aumento della spesa militare, tensioni con la tradizione politica svizzera.

Impatto economico e sociale

Il piano UE potrebbe generare nuovi posti di lavoro e stimolare la ricerca tecnologica. Tuttavia, per Paesi neutrali come la Svizzera, la sfida sarà evitare di compromettere la propria identità politica. Una partecipazione selettiva, limitata a settori civili e tecnologici, potrebbe rappresentare un compromesso accettabile.

Ci staremo come Svizzera?

La risposta non è ancora definitiva. La Svizzera potrebbe seguire il modello norvegese, scegliendo una partecipazione mirata che garantisca sicurezza senza rinunciare alla neutralità. La decisione finale dipenderà dal compromesso tra protezione condivisa e tradizione politica. La “Schengen della difesa” per la Svizzera è trovare un equilibrio tra cooperazione e neutralità, valutando attentamente i pro e i contro di un’integrazione parziale.

(Fonti: HOINEWS, Euronews, Commissione Europea, Missione Svizzera presso l’UE)

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