Banca del Giappone in diretta: Ueda segnala rialzo tassi, decisione attesa entro fine mese

LUGANO - La Banca del Giappone (BOJ) prenderà in considerazione i "pro e contro" dell'aumento dei tassi di interesse nella sua prossima riunione politica,...
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martedì 2 Dicembre 2025
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Contraccolpo chimico-farmaceutico: l’inatteso calo del PIL svizzero

SVIZZERA – Il Prodotto Interno Lordo (PIL) svizzero ha registrato una contrazione significativa dello 0,5% nel terzo trimestre 2025, un risultato inatteso dopo il precedente rialzo. Questo andamento negativo, al netto degli eventi sportivi, è attribuibile principalmente alla notevole flessione del settore chimico-farmaceutico (valore aggiunto a -7,9%), che ha subito un fisiologico contraccolpo a seguito di un forte e volatile aumento delle esportazioni nei trimestri precedenti, influenzato anche da effetti di anticipo legati alla politica commerciale statunitense. A contribuire alla frenata del settore industriale è stato anche il calo nella produzione di energia (-13,9%) a causa della scarsa attività delle centrali nucleari estive, nonostante il resto del manifatturiero mostri una leggera tenuta (+0,6%). Le esportazioni di beni sono così diminuite per il secondo trimestre consecutivo, attestandosi a -4,2%, evidenziando le difficoltà del commercio estero in questo periodo.

La domanda interna stabilizza l’economia: resilienza di servizi e consumi privati

Nonostante il freno industriale, la domanda interna ha svolto un ruolo stabilizzatore essenziale per l’economia svizzera. I consumi privati sono cresciuti solidamente (+0,4%), spinti dalle spese per sanità, abitazione, energia e un forte rimbalzo dei settori legati al tempo libero, come l’alberghiero e la ristorazione (+1,4%), grazie anche ai visitatori esteri. Questa crescita si riflette positivamente nel valore aggiunto di sanità e sociale (+0,5%) e comunicazioni (+0,8%). Nel settore terziario, la crescita complessiva è stata inferiore alla media, ma ha visto picchi importanti nei servizi finanziari (+3,6%) grazie all’aumento di attività legate a interessi e commissioni, e nel commercio (+1,6%). Sebbene i consumi pubblici e gli investimenti (in equipaggiamento e costruzioni) siano calati, la lieve crescita complessiva della domanda finale interna (+0,1%) ha limitato l’impatto della contrazione industriale sul PIL.

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