FOCUS – La grande storia della misurazione del nostro pianeta rivela una tendenza allarmante: il livello del mare ĆØ aumentato in modo significativo, con un incremento stimato tra i 15 e i 25 centimetri nel periodo che va dal 1901 al 2018, e le proiezioni indicano che questa crescita ĆØ destinata a proseguire per secoli. L’accelerazione ĆØ evidente: il tasso globale di innalzamento ĆØ quasi raddoppiato negli ultimi due decenni. Questo fenomeno ĆØ principalmente innescato dal riscaldamento degli oceani, che provoca l’espansione termica dell’acqua, unita allo scioglimento massiccio di ghiacciai e calotte glaciali, e ai cambiamenti nello stoccaggio dell’acqua terrestre. Le previsioni per il futuro a breve termine sono preoccupanti: entro il 2050, ĆØ atteso un ulteriore aumento di 10-25 centimetri, indipendentemente dagli sforzi per la riduzione delle emissioni di gas serra. Guardando al 2100, l’aumento potrebbe variare tra i 30 e i 60 centimetri se si riusciranno a ridurre drasticamente le emissioni, ma potrebbe raggiungere i 60-100 centimetri in uno scenario di emissioni molto elevate, evidenziando la stretta correlazione tra le scelte ambientali attuali e il futuro delle zone costiere.
Gli impatti devastanti e la vulnerabilitĆ delle costiere
Le conseguenze dell’innalzamento del livello del mare rappresentano una minaccia diretta per circa 900 milioni di persone, ovvero circa il 10% della popolazione mondiale, che vive in zone costiere a bassa quota. L’impatto si manifesta con un aumento della probabilitĆ di inondazioni e l’aggravamento dell’erosione costiera, causando lo spostamento della popolazione, danni ingenti alle proprietĆ e la perdita di servizi critici. I danni annui attesi solo per l’Europa, a causa dei rischi di inondazione costiera, ammontano giĆ a 1,25 miliardi di euro, una cifra che potrebbe aumentare di due o tre ordini di grandezza se le misure di adattamento costiero rimanessero al livello attuale. Inoltre, la distruzione degli habitat costieri come dune, barriere coralline e zone umide, a causa dell’erosione e dell’intrusione di acqua salata (salinizzazione), indebolisce la protezione naturale e aumenta il rischio di danni da tempesta. L’intrusione salina compromette anche le riserve di acqua dolce e i terreni agricoli, influendo sulla disponibilitĆ idrica. Un rapporto dell’OCSE del 2019 ha ammonito che, senza adeguate misure di adattamento, i danni globali da alluvione, nelle proiezioni più estreme, potrebbero costare trilioni di euro all’anno, sottolineando l’urgenza di investimenti in adattamento costiero e mitigazione climatica.














