Alice Neel: l’artista dell’umanità cruda e infinitamente curiosa

USA – Alice Neel: l’artista dell’umanità cruda e infinitamente curiosa.

L’ARTE DI ALICE NEEL

Alice Neel si descrive come una “umanista anarchica” e il suo stato d’animo si riflette nei dipinti che ha realizzato. Le sue rappresentazioni intime e inquietanti delle persone intorno a lei rivelano un’artista infinitamente curiosa riguardo alla condizione umana e schietta riguardo alle sue circostanze. “Francamente sono un pittore psicologico. Amo le persone sottoposte a ogni tipo di stress“, spiegò una volta. A prima vista, i dipinti di Neel possono essere letti in due modi: come studi sull’umanità cruda e come riflessioni sulle esperienze dell’artista riguardo alla politica della sua epoca. Aveva una capacità unica di vedere attraverso la patina della vita. “Penso che quello che stavo cercando di fare fosse allontanarmi dalla qualità dei cracker di soda dell’America“, ha detto.

IL LAVORO

Nata in Pennsylvania nel 1900, Neel si laureò alla Philadelphia School of Design for Women nel 1925 e poi fuggì dalle sue radici di piccola città per una vita bohémien a Cuba con il suo primo marito, Carlos Enríquez. Nel 1927 si trasferì al Greenwich Village di New York, dove trovò individui che la pensavano allo stesso modo nel Partito Comunista e tra le avanguardie itineranti. Subito dopo l’arrivo di Neel a New York, la sua bambina morì di difterite. Fu la prima delle due tragedie che colpirono l’artista: la sua seconda figlia fu riportata a Cuba dal marito, provocando a Neel un esaurimento nervoso. Sola e al verde, Neel si trasferì nell’Upper East Side, stabilendosi a Spanish Harlem, dove il suo appartamento fungeva anche da studio improvvisato. Quando la Grande Depressione colpì, Neel ne catturò le conseguenze nei volti dei lavoratori disoccupati, dei trafficanti di strada e delle madri single che popolavano il suo quartiere. Sempre politica, Neel è stata attenta a non romanticizzare i suoi soggetti, trasmettendo le loro vite con chiara onestà.