Alla Pinacoteca Züst l’artista Sylva Galli, dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi

RANCATE – Alla Pinacoteca Züst l’artista Sylva Galli, dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi.

SYLVA GALLI E LE ARTISTE DEL SUO TEMPO

Mostra a cura di Mariangela Agliati Ruggia e Giulio Foletti, con la collaborazione di Alessandra Brambilla. L’esposizione si inserisce nel filone delle rassegne dedicate alle donne artiste, tema al quale la Pinacoteca ha sempre riservato un’attenzione particolare, e intende raccogliere le principali opere realizzate da Sylva Galli, restituendo un’immagine a tutto tondo del suo percorso e mettendola a confronto con altre presenze attive negli stessi anni. Sylva Galli, originaria di Bioggio, sviluppa la sua carriera artistica su un breve arco di tempo a causa della prematura scomparsa a soli 23 anni. Dopo una formazione alle Scuole di disegno di Lugano, frequenta il Technicum di Friborgo e l’Akademie Wabel, una scuola privata di nudo e di paesaggio aperta nel 1939 a Zurigo nello studio di Henry Wabel (1889-1981), orientando così la sua pittura anche all’esterno del territorio ticinese. I generi da lei trattati vanno dalle nature morte ai ritratti ai paesaggi, agli interni, ai nudi, nei quali esprime una vena artistica già matura nonostante la giovane età.

LE OPERE

Due sue opere sono conservate nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze; le altre, ad eccezione di alcuni pezzi importanti di proprietà del Museo d’arte della Svizzera italiana, sono custodite ancora oggi dai discendenti. Ad esse è affiancata una selezione di dipinti realizzati da altre pittrici del suo tempo quale complemento e utile confronto. La scelta è ricaduta su coloro che si sono dedicate all’attività artistica tentando di farne una professione, muovendo da studi non solo da autodidatta e partecipando ad esposizioni: Anna Baumann-Kienast, Regina Conti, Rosetta Leins, Margherita Osswald-Toppi, Irma Giudici Russo, Anita Nespoli, Anita Spinelli, Mariangela Rossi, Irma Bernasconi-Pannes, Adelaide Borsa. A Germaine e Simonetta Chiesa, rispettivamente moglie e figlia di Pietro Chiesa, viene dedicata un’apposita sezione. In collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia, Bellinzona. La pinacoteca è inizialmente collocata nella Villa Züst, residenza di Giovanni Züst; un edificio eclettico costruito da Valente Botta nell’Ottocento. Nel 1967 la pinacoteca è collocata negli spazi della ex casa parrocchiale, rinnovata e ampliata dall’architetto Tita Carloni. Nel 189-90 l’edificio viene nuovamente rinnovato dall’architetto Claudio Cavadini con la creazione di due spazi dedicati alla collezione permanente e alle mostre temporanee.