COME SI VIVEVA A LUGANO NEL RINASCIMENTO? UNA STAGIONE CULTURALMENTE FONDAMENTALE ANCHE PER L’IDENTITÀ DELLA SVIZZERA ITALIANA
LUGANO – La Città di Lugano valorizza la storia del convento e della chiesa di Santa Maria degli Angeli con una pubblicazione, una mostra e diversi eventi. S’inaugura così la seconda e ultima tappa del progetto “Lugano nel Rinascimento” che, muovendosi contemporaneamente sul binario della ricerca scientifica e su quello della divulgazione, intende valorizzare i beni artistici e architettonici di una stagione culturalmente fondamentale anche per l’identità della Svizzera italiana. Fino alla metà di febbraio del 2025 presso il Giardino Belvedere sarà possibile vedere l’esposizione “Cosa c’era a Lugano prima del LAC?”, una serie di pannelli illustranti la storia di quell’area negli ultimi 500 anni. Per rendere più immediato l’incontro con il passato, sono state realizzate alcune tavole di ricostruzioni storiche, accuratamente documentate e di grande impatto emotivo, in collaborazione con lo studio grafico Inklink.
LA STORIA
Paolo Ostinelli e Antonietta Moretti contestualizzano così l’arrivo dei frati osservanti a Lugano in un’epoca di grandi stravolgimenti sociali e politici, mentre Roberta Ramella e Riccardo Bergossi affrontano nei loro rispettivi contributi la storia architettonica del convento, dalla sua costruzione secondo il cosiddetto modello “bernardiniano”, che accomunava le fondazioni lombarde, fino alla sua trasformazione in albergo dopo la soppressione avvenuta nel 1848. Lara Calderari presenta alcune opere d’arte realizzate per il convento luganese, sottolineandone la relazione con gli ambienti più attivi del rinnovamento religioso e artistico lombardo, mentre Pietro Montorfani, Giovanni Conti e Francesco Cerea indagano aspetti inerenti alla vita nel convento: la biblioteca, la musica e i rapporti con le autorità elvetiche. Infine Damiano Robbiani introduce la trascrizione del Libro della fibbia con un testo sull’economia della carità tra donazioni, legati e questue che ha garantito più di tre secoli di presenza operosa dell’Osservanza francescana sulle sponde del Ceresio.