EUROPA – Il panorama economico tra l’Unione Europea e la Russia ha subito una trasformazione radicale dall’inizio del conflitto in Ucraina, con gli scambi commerciali ai minimi storici. I dati Eurostat rivelano una drastica contrazione: tra il primo trimestre del 2022 e lo stesso periodo del 2025, le importazioni europee di beni dalla Russia sono crollate dell’86 per cento, raggiungendo il valore più basso dal settembre 1999. Questo declino ha portato il saldo commerciale dell’Unione con la Russia a soli 0,8 miliardi di euro, un calo significativo rispetto al picco storico di 46,6 miliardi di euro registrato nel primo trimestre del 2022. Le quote della Russia nel commercio extra-Unione sono diminuite costantemente, con le esportazioni verso la Russia che sono scese dal 3,2 per cento all’1,1 per cento in tre anni, e le importazioni che sono precipitate dal 9,3 per cento all’1,3 per cento nello stesso periodo.
Il settore energetico
Un fattore determinante di questo mutamento ĆØ la profonda trasformazione del settore energetico. I prezzi elevati di gas e petrolio nel 2021 e 2022 avevano generato un forte disavanzo, ma grazie alle sanzioni, alle restrizioni sulle importazioni e al calo dei prezzi, il deficit energetico ĆØ sceso a 5,8 miliardi di euro nel primo trimestre 2025, dai 42,8 miliardi del 2022. Le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Russia sono drasticamente diminuite, con gli Stati Uniti che sono diventati il principale fornitore dell’Unione. Anche nel caso del gas naturale in forma gassosa, la quota della Russia ĆØ calata significativamente, con la Norvegia e l’Algeria che hanno aumentato le loro quote di mercato. Il settore petrolifero ha subito un cambiamento radicale a seguito del divieto europeo sulle importazioni marittime di greggio russo, riducendo la quota della Russia al 2 per cento, mentre le importazioni da Stati Uniti, Norvegia e Kazakistan sono aumentate. Similmente, l’importazione di ferro e acciaio dalla Russia ha subito forti contrazioni, con Corea del Sud e Cina che ora guidano la fornitura. Nonostante questo quadro, la Russia ĆØ rimasta il principale esportatore di fertilizzanti verso l’Unione Europea, un settore che ĆØ ancora privo di restrizioni, con la sua quota che ĆØ diminuita solo leggermente. Per quanto riguarda le esportazioni europee, i cali più evidenti si sono registrati in settori chiave come macchinari, veicoli, apparecchiature elettriche e materie plastiche, con la sola eccezione dei prodotti farmaceutici che hanno mantenuto una certa stabilitĆ . Queste tendenze riflettono l’impatto combinato delle sanzioni, delle dinamiche di mercato e delle strategie di diversificazione commerciale adottate dall’Unione Europea in risposta all’aggressione russa in Ucraina.