NIZZA, Francia – Il debito pubblico francese ha toccato quota 3.345 miliardi di euro, pari al 113,9% del PIL: una zavorra che fa tremare i mercati. Lo spread vola a 80 punti base, massimo da aprile, mentre la Borsa parigina scivola e i titoli decennali corrono verso l’alto. In questo scenario da febbre finanziaria, il premier François Bayrou, appena insediato, lancia il suo ultimatum: il voto di fiducia dell’8 settembre sarà il banco di prova del piano di austerity da 44 miliardi di euro. Il pacchetto include il taglio di due giorni festivi, il congelamento delle prestazioni sociali e il blocco delle aliquote fiscali fino al 2026. Una cura amara che però non convince nessuno: Mélenchon urla al massacro sociale, la destra populista sogna lo sgambetto e i mercati annusano il sangue. Bayrou chiede un “patto di responsabilità”, ma la politica francese sembra già pronta al redde rationem. Se l’8 settembre il governo cadrà, potrebbe aprirsi un nuovo terremoto: tra austerità imposta e urne anticipate, la Francia rischia di passare dal deficit al default politico.