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martedì 2 Dicembre 2025
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Diabete: l’epidemia silenziosa che colpisce milioni di inconsapevoli

STILE – Il diabete rappresenta una delle sfide sanitarie globali più urgenti, spesso definita un’epidemia silenziosa. È allarmante notare come quasi la metà delle persone affette da questa malattia cronica a livello mondiale, si parli di milioni di individui, sia totalmente inconsapevole della propria condizione. Questa mancanza di diagnosi espone un numero enorme di pazienti a un rischio elevato di sviluppare gravi complicanze a lungo termine, poiché il diabete non curato ha effetti potenzialmente letali. La ricerca evidenzia che l’inconsapevolezza è particolarmente diffusa tra i giovani adulti, i quali, dovendo convivere più a lungo con la patologia, sono maggiormente esposti ai rischi se non la tengono sotto controllo. Questa situazione critica dipinge un quadro di una malattia ancora sfuggente e non gestita adeguatamente, con proiezioni che indicano un aumento fino a 1,3 miliardi di persone interessate entro il 2050, rendendo la diagnosi precoce un imperativo di salute pubblica.

La metà di chi soffre di diabete non lo sa

Anche tra coloro che hanno ricevuto una diagnosi di diabete e sono in terapia, raggiungere un controllo ottimale del livello di zucchero nel sangue (glicemia) è tutt’altro che scontato: ci riesce meno di un paziente su due. Sebbene la maggior parte (il 91%) dei diagnosticati assuma una qualche forma di farmaco, solo il 42% riesce effettivamente a gestire la glicemia in modo ottimale. Il monitoraggio corretto della glicemia è cruciale per calibrare il dosaggio di insulina, pianificare dieta e attività fisica, e prevenire le pericolose derive di ipoglicemia o iperglicemia. Le disuguaglianze nell’accesso alla salute aggravano ulteriormente il problema: in regioni come l’Africa centrale e subsahariana, meno del 20% di chi è affetto da diabete è a conoscenza della propria condizione. Sebbene il Nord America mostri tassi elevati di diagnosi, e alcune nazioni ad alto reddito abbiano alti tassi di cura, la sfida resta garantire a tutti non solo la diagnosi, ma anche la continuità e l’efficacia nella gestione della malattia.

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