MONDO – La crisi di Gaza pone l’ONU di fronte a una sfida multilivello che spazia dalla diplomazia al diritto internazionale e agli interventi umanitari. Nonostante una percepita marginalizzazione in Medio Oriente negli ultimi due anni di guerra, l’Organizzazione continua a promuovere la soluzione a due Stati, rilanciata anche dal vertice ospitato da Francia e Arabia Saudita. Il recente riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di undici Paesi membri, portando il totale a 157 (su 193), sottolinea l’importanza simbolica dell’Assemblea generale ONU come piattaforma di pressione diplomatica. Tuttavia, la risoluzione pacifica si scontra con la ferma opposizione di Israele, con il Primo Ministro Netanyahu che respinge l’idea di uno Stato palestinese, e con la paralisi del Consiglio di Sicurezza causata dal diritto di veto degli Stati Uniti, fedeli alleati di Israele. Questa dinamica interna ed esterna impedisce all’ONU di stabilire un quadro politico vincolante, sollevando dubbi sulla sua capacità di andare oltre il gesto simbolico e ottenere una risoluzione sostenibile del conflitto che ha mietuto decine di migliaia di vittime palestinesi.
Diplomazia tra Gaza e l’ONU
Sul fronte umanitario e del diritto internazionale, la situazione a Gaza è catastrofica, con l’ONU che ha ufficialmente dichiarato una carestia e circa due milioni di persone gettate nella povertà. A seguito dell’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023, la successiva vasta offensiva di terra israeliana ha causato ulteriori vittime e sfollamenti, con i Palestinesi in fuga verso sud. Una Commissione d’inchiesta indipendente delle Nazioni Unite ha recentemente concluso che Israele avrebbe commesso un genocidio, accusa che lo Stato ebraico respinge categoricamente. Questo scenario di emergenza umanitaria acuta e di gravi violazioni del diritto internazionale mette in luce il ruolo essenziale dell’ONU nel coordinare l’assistenza e nel tentare di documentare e denunciare le atrocità. Nonostante le difficoltà politiche, il suo ruolo politico e umanitario resta cruciale per mantenere viva l’attenzione globale e la possibilità di una futura soluzione basata sulla legittimità internazionale, anche se un piano di pace parallelo proposto dal presidente statunitense Donald Trump esclude l’Organizzazione, complicando ulteriormente il quadro.