STILE – Mentre la maggior parte delle ricerche e delle campagne di sensibilizzazione si concentrano sui rischi della deprivazione di sonno, un crescente corpo di evidenze scientifiche suggerisce che dormire troppo può essere altrettanto dannoso, se non di più. Un recente studio meta-analitico che ha esaminato 79 ricerche precedenti ha rivelato risultati sorprendenti: chi dorme più di nove ore a notte presenta un rischio di mortalità significativamente più elevato rispetto a chi mantiene le canoniche 7-8 ore di riposo notturno. Le persone che dormono più di nove ore a notte presentano un rischio di mortalità superiore rispetto a chi dorme tra le sette e le otto ore, confermando che l’eccesso di sonno non è semplicemente innocuo, ma può essere un indicatore di problemi di salute sottostanti o addirittura contribuire al loro sviluppo. Questo dato ribalta la comune percezione che “più sonno è sempre meglio” e introduce un nuovo paradigma nella medicina del sonno.
L’eccesso di sonno
Le implicazioni dell’ipersonnia cronica vanno ben oltre la semplice sensazione di stanchezza mattutina. Una revisione di studi pubblicata su Sleep Medicine ha osservato che dormire più di 9 ore per notte è associato a un rischio maggiore di ictus, mentre numerosi studi indicano gli stessi rischi sia per chi dorme poco sia per chi dorme troppo, oltre le 10 ore, con una maggiore incidenza per le patologie cardiovascolari e l’obesità. Gli esperti suggeriscono che l’eccesso di sonno potrebbe essere sia causa che conseguenza di disturbi metabolici, creando un circolo vizioso che compromette il benessere generale. La durata ottimale del sonno, secondo le linee guida internazionali, rimane tra le 7 e le 9 ore per gli adulti, ma è fondamentale prestare attenzione ai segnali che il nostro corpo ci invia: dormire regolarmente più di 9 ore potrebbe indicare la presenza di condizioni mediche sottostanti come depressione, disturbi endocrini o problemi cardiovascolari che richiedono un’attenta valutazione medica.