EUROPA – L’Europa si trova ad affrontare nuove e crescenti criticitĆ nel settore della difesa, che si aggiungono ai limiti strutturali ereditati da decenni di scelte politiche post-belliche orientate alla pace. Un’analisi del Centro studi e ricerche del Parlamento europeo evidenzia come l’attuale scarsa capacitĆ industriale non sia dovuta solo alla mancanza di impianti, ma dipenda in egual misura dall’assenza di manodopera specializzata, fornitori dedicati e accesso a materie prime essenziali. La dismissione dell’industria pesante ha lasciato un vuoto, rendendo le catene di approvvigionamento estremamente deboli. Sebbene l’agenda della Commissione Europea per la difesa sia ambiziosa, gli esperti avvertono che i risultati potrebbero essere inferiori alle aspettative, dato che molte aziende avevano giĆ piani di espansione precedenti ai finanziamenti UE.
La carenza di componenti in Europa
Il prossimo e più urgente “collo di bottiglia” per la difesa europea ĆØ identificato nella carenza di componenti cruciali, in particolare propellenti, esplosivi e motori a reazione in miniatura. Questa lacuna sottolinea la necessitĆ improrogabile di ulteriori investimenti pubblici mirati per rafforzare specifiche nicchie produttive. Il rapporto del Parlamento europeo solleva grave preoccupazione, citando il commissario per la Difesa, Andrius Kubilius, che ha osservato una mancanza di prontezza nell’UE, non solo per ritardi storici, ma per l’apparente resistenza e mancanza di volontĆ politica di invertire la rotta sul riarmo. I vincoli persistono, e senza un impegno deciso per superare queste carenze di forniture e risorse umane, l’Europa della difesa rischia di rimanere pericolosamente indietro.














