EUROPA – Il tema della leva obbligatoria torna prepotentemente al centro del dibattito politico tedesco, alimentato dalle spinte dei conservatori dell’Unione cristiano-democratica (CDU-CSU) che vedono nella coscrizione forzata uno strumento necessario per rafforzare la Bundeswehr. Secondo le ultime indiscrezioni, l’idea circola con insistenza all’interno della famiglia politica guidata dal cancelliere Friedrich Merz, che ha fatto del potenziamento militare uno dei pilastri del suo programma di governo. Tuttavia, la proposta incontra forti resistenze da parte dei partner socialdemocratici (SPD), creando una spaccatura significativa all’interno della coalizione nero-rossa. Il ministro della Difesa Boris Pistorius, pur confermando che “il servizio militare obbligatorio potrebbe essere ripristinato”, ha sottolineato la necessità di concentrarsi prioritariamente sul miglioramento delle capacità logistiche e infrastrutturali delle forze armate tedesche, attualmente composte da circa 181.500 soldati.
L’esercito in Germania
La strategia di riarmo tedesca, definita “svolta epocale” (Zeitenwende) dal cancelliere Merz, punta a trasformare la Germania nella principale potenza militare europea, un obiettivo ambizioso che potrebbe richiedere misure drastiche come il ripristino del servizio militare obbligatorio. La Germania si è posta l’obiettivo di costruire “l’esercito più potente d’Europa”, una sfida che va ben oltre il semplice aumento degli effettivi e che richiede investimenti massicci in tecnologie, equipaggiamenti e infrastrutture. Finora, le discussioni si sono concentrate principalmente su misure di reclutamento volontario per incrementare le fila dell’esercito, ma la pressione internazionale e le crescenti tensioni geopolitiche stanno spingendo verso soluzioni più radicali. La questione si inserisce in un contesto più ampio di preoccupazioni per la sicurezza europea, con Berlino che deve prepararsi concretamente a un possibile attacco russo entro i prossimi quattro anni secondo alcuni esperti di difesa, rendendo il dibattito sulla leva militare non più una questione teorica ma una necessità strategica concreta.