Gli investitori stanno valutano l’effetto guerra, possibile scenario di soft landing

soldati guerra

ECONOMIA – Gli investitori stanno valutano l’effetto guerra, possibile scenario di soft landing.

di LUIGI SPADARO – FRAME

ARRIVA L’EFFETTO GUERRA?

Prematuro ipotizzare tagli dei tassi. Gli investitori valutano l’effetto guerra, restrizioni USA colpiscono il settore semiconduttori. I mercati sembrano prezzare con un’elevata probabilità lo scenario di soft landing prospettato dai banchieri centrali. Attualmente in America ci si aspetta una crescita degli utili del 25% fino al 2025, una discesa dei prezzi del petrolio del 20% entro 2 anni, un  raggiungimento dei target di inflazione e un aggiustamento di 3 tagli ai tassi da parte della Federal Reserve nel secondo semestre del 2024. Gli analisti hanno aggiustato le stime sugli utili del 2024 rivedendoli a rialzo di circa il 12% rispetto alle stime di crescita attese per il 2023. Se si guarda più a fondo si noterà che la crescita degli utili attesa per il 2025 è sostanzialmente simile, attualmente, a quella per il 2024. Questo mentre ci si attende una crescita dei ricavi relativamente piuttosto bassa.

IL MERCATO

Il calo ipotizzato dei prezzi del petrolio del 20% fa sì che le aspettative siano di una sorta di Goldilock: bassa inflazione e crescita moderata, di lì le attese per un leggero taglio dei tassi nella seconda parte del 2024. Eppure storicamente gli scenari di soft landing sono stati ipotizzati e mantenuti per poco tempo. Nell’aprile 2008, maggio 2001, luglio 1990, gennaio 1970 e maggio 1960 l’economia ha continuato a contrarsi, oppure nel giugno 1972 l’inflazione riprese ad accelerare. Lo scenario attuale ipotizzato dai mercati, per quanto possibile si regge su un equilibrio quindi precario, basterebbe una variabile per far sì che lo scenario di soft landing da probabile diventi improbabile. Secondo l’analista, se i rendimenti obbligazionari dovessero continuare a lievitare è probabile che si possa incorrere in un «incidente» per cui la Fed andrebbe ad agire aggressivamente sui tassi di interesse in direzione opposta a quella attuale.