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Google multata dall’UE: 2,95 miliardi per abuso di posizione dominante nella pubblicità online

EUROPA – L’Unione Europea ha inflitto una nuova e pesantissima multa a Google, pari a 2,95 miliardi di euro, accusando il colosso tecnologico di abuso di posizione dominante nel mercato della pubblicità online. La Commissione europea ha stabilito che Google ha favorito in modo illegittimo i propri servizi di adtech, danneggiando la concorrenza e alterando il mercato digitale. Questa sanzione, una delle più elevate mai comminate, sottolinea la ferma volontà dell’UE di tutelare la concorrenza leale e di limitare il potere delle grandi piattaforme digitali. La vicepresidente esecutiva della Commissione, Teresa Ribera, ha dichiarato apertamente che “Google ha danneggiato editori, inserzionisti e consumatori”, inviando un segnale chiaro: l’azienda ha 60 giorni di tempo per presentare misure correttive concrete. La decisione non solo ha ripercussioni economiche, ma si inserisce in un contesto politico più ampio, evidenziando le tensioni tra l’UE e gli Stati Uniti sul controllo e la regolamentazione del mercato digitale. L’Europa si dimostra così determinata a difendere la propria autonomia decisionale e a garantire che le norme europee siano rispettate da tutti gli attori del mercato, indipendentemente dalle loro dimensioni o nazionalità.

Un’escalation di sanzioni: le multe precedenti a Google e l’impatto sul settore tech

La maxi-multa da 2,95 miliardi di euro non è un caso isolato, ma si aggiunge a una lunga serie di sanzioni inflitte dall’UE a Google. La Commissione europea ha già sanzionato in passato l’azienda per violazioni delle regole sulla concorrenza. Tra le più significative, si ricordano la multa del 2017 da 2,4 miliardi di euro per aver favorito il proprio servizio di comparazione prezzi, confermata dal Tribunale dell’UE nel 2021. Nello stesso anno, l’azienda ha ricevuto un’ammenda di mezzo miliardo di euro per non aver rispettato gli accordi con gli editori francesi. Inoltre, nel 2018, è stata comminata una sanzione di 4,3 miliardi di euro, poi ridotta a 4,1, a causa di pratiche illecite relative al sistema operativo Android. A marzo 2019, una multa da 1,49 miliardi di euro è stata imposta per pratiche scorrette nel settore della pubblicità. Queste multe cumulative dimostrano un approccio coerente e risoluto da parte delle istituzioni europee per regolamentare il potere di mercato delle big tech. L’azione decisa dell’UE mira a inviare un messaggio forte a tutte le aziende dominanti: le normative europee non sono negoziabili e l’Europa continuerà a proteggere la leale concorrenza nel mercato digitale, fondamentale per la salute dell’ecosistema tech e per la tutela di consumatori, editori e inserzionisti.

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