AZIENDA – L’introduzione dei nuovi dazi imposti dal Presidente Trump rappresenta un duro colpo per il Consorzio del Grana Padano e un atto incomprensibile che penalizza soprattutto i cittadini americani. Con 215.000 forme esportate e una crescita del 10,53% rispetto al 2023, gli Stati Uniti rappresentavano nel 2024 il terzo mercato per il Grana Padano DOP, la denominazione di origine protetta più consumata al mondo. L’aumento del 20% dei dazi, che fa lievitare il prezzo del formaggio, mette seriamente a rischio il consolidamento di questo mercato e le prospettive future dell’export negli USA. Il 39% esibito ieri sera sulle tabelle di Trump non è vero per quanto riguarda il caseario perché il dazio all’ingresso in UE di formaggi americani è di circa 1,8€ al kg, quindi inferiore a quanto noi da sempre paghiamo, e con i nuovi dazi diventerebbe appena 1/3 di quanto noi dovremo pagare da oggi in poi.
Dazi USA duro colpo all’esportazione del Grana Padano
Dall’Italia si sottolinea l’urgenza di un intervento politico e diplomatico: “Le istituzioni italiane ed europee devono attivarsi immediatamente per contrastare questo contraccolpo, adottando tutte le misure necessarie a tutelare le esportazioni dei prodotti colpiti da questi dazi ingiustificati e per noi assai penalizzanti. Siamo sconcertati perché ogni qualvolta c’è tensione internazionale i formaggi di qualità vengono colpiti oltre misura. È successo nel 2014 con l’embargo russo post invasione in Crimea e da allora non esportiamo più un solo kg in Russia. È successo dall’ottobre 2019 al febbraio 2021, nell’ultimo tratto del Governo Trump, potrebbe succedere in Cina tra poco ed è successo di nuovo in USA oggi“. Secondo gli esperti del settore, questa misura favorirà soprattutto la diffusione negli USA di prodotti “Italian sounding”, che sfruttano nomi e suggestioni della tradizione italiana senza offrire le stesse garanzie di qualità e autenticità.














