ECONOMIA – La Svizzera si trova in una posizione delicata a seguito dell’annuncio dei dazi doganali da parte del governo statunitense, che colpiscono tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, inclusa la Confederazione. Il Consiglio federale ha preso atto di queste misure, che prevedono dazi significativamente più elevati per le esportazioni svizzere rispetto a quelle di altri partner commerciali con strutture economiche simili. In particolare, le esportazioni di beni svizzeri saranno soggette a dazi del 31 o 32% all’atto dell’importazione negli Stati Uniti, un’impennata notevole rispetto ai dazi applicati all’Unione europea (20%), al Regno Unito (10%) e al Giappone (24%). Il Consiglio federale ha espresso perplessità riguardo ai calcoli del governo statunitense, ritenendo che non siano chiari e che possano basarsi su malintesi.
La Svizzera si asterrà dall’adottare contromisure dirette
Di fronte a questa situazione, la Svizzera ha adottato una strategia di cautela e dialogo. Il Consiglio federale ha incaricato il Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca (DEFR) di avviare i preparativi per una possibile soluzione con gli Stati Uniti. L’obiettivo è chiarire eventuali malintesi e cercare di raggiungere un accordo che eviti un’escalation delle tensioni commerciali. Il Consiglio federale ritiene che un’escalation non sia nell’interesse della Svizzera e che sia fondamentale mantenere aperti i canali di comunicazione con le autorità statunitensi. La Svizzera è consapevole dell’importanza del mercato statunitense per le sue esportazioni e intende fare tutto il possibile per proteggere i propri interessi economici. Allo stesso tempo, la Confederazione è impegnata a rispettare le regole del commercio internazionale e a promuovere un sistema commerciale basato su regole eque e trasparenti.














