IL COMPLEANNO DEL CUBO DI RUBIK
UNGHERIA – Nell’ambito della storia contemporanea, il Cubo di Rubik è diventato in pochissimo tempo uno dei più celebri passatempi della sua categoria. Inventato nel 1974 in Ungheria da Erno Rubik, fu commercializzato inizialmente solo a Budapest dall’azienda Polithechnika, poi a partire dal 1979 da Tibor Laczi e Tom Kremer, fondatore della fabbrica di idee Seven Towns, nell’ambito di un contratto con la Ideal Toy. La sua forma iniziale era ben diversa da quella attuale: nato come un meccanismo che consentisse il movimento delle singole parti evitando il collasso della struttura, era un oggetto monocolore e di legno, diffuso in particolare tra i matematici ungheresi data la fascinazione che riusciva a generare nei confronti di problemi statistici. Anche il nome era diverso: Magic Cube, con cui fu brevettato nel 1975. Nel campo dei giochi, dei rompicapi o dei passatempi in generale, il Cubo di Rubik è un esempio di rompicapo/poliedro magico talmente presente nella vita di tutti da sembrare esista da sempre.
IL PASSATEMPO DI LEGNO
Nell’ambito della storia contemporanea, il Cubo di Rubik è diventato in pochissimo tempo uno dei più celebri passatempi della sua categoria. Inventato nel 1974 in Ungheria da Ernő Rubik, fu commercializzato inizialmente solo a Budapest dall’azienda Polithechnika, poi a partire dal 1979 da Tibor Laczi e Tom Kremer, fondatore della fabbrica di idee Seven Towns, nell’ambito di un contratto con la Ideal Toy. La sua forma iniziale era ben diversa da quella attuale: nato come un meccanismo che consentisse il movimento delle singole parti evitando il collasso della struttura, era un oggetto monocolore e di legno, diffuso in particolare tra i matematici ungheresi data la fascinazione che riusciva a generare nei confronti di problemi statistici. Anche il nome era diverso: Magic Cube, con cui fu brevettato nel 1975. Pur vivendo in un periodo storico in cui il continuo recupero di mode e stili degli anni Ottanta e Novanta porta i consumatori a vivere un eterno presente, in questo caso specifico parliamo di una passione travolgente che al netto di un periodo meno intenso durato qualche anno non ha mai smesso di intrattenere giovani e meno giovani di tutto il mondo. Quando si definisce un qualcosa “classico”, sia ha l’impressione che l’oggetto di tale aggettivo sia qualcosa che, dalla grande maggioranza dei casi, possa essere percepito come se esistesse da sempre. Un qualcosa di talmente ovvio e imprescindibile, da rendere impossibile immaginare un tempo senza di esso, come se la sua esistenza stessa fosse talmente integrata nello schema mentale delle persone da risultare ovvio.














