Il Gran Monferrato si presenta in Ticino: gemellaggio di castelli e ottimo vino

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OVADA – Il Gran Monferrato si presenta in Ticino: gemellaggio di castelli e ottimo vino.

SLOW GREEN TOUR NELLE TERRE DEL GRAN MONFERRATO

Raccontare il territorio del Monferrato in poche righe è una mission impossible. Storia, cultura, enogastronomia, esperienze sportive in un contesto naturale ancora autentico sono solo alcune delle offerte di slow tourism, nuova opportunità per uno sviluppo sostenibile della zona. Itinerari naturalistici, religiosi, trekking per il benessere del fisico e della mente assaporando, passo dopo passo, pedalata dopo pedalata, paesaggi e testimonianze, scoprendo le comunità locali. Ottimo padrone di casa il Consorzio Gran Monferrato che ci ha ospitati alla scoperta di questo straordinaria zona, che vogliamo raccontare per condividerne la mission: regalare emozioni.

IL CONSORZIO GRAN MONFERRATO

Il consorzio è nato 2 anni e mezzo fa in modo atipico, per volontà dei tre sindaci di Acqui Terme, Casale e Ovada, territori sempre un po’ ai margini dei grandi flussi turistici. Un protocollo di intesa condiviso, dalla forte valenza territoriale, è stato il punto di partenza per cercare soci che ne promuovessero la mission, anche imprese non prettamente turistiche, che oggi sono più di cento.

LA STORIA DEL MONFERRATO

Un marchesato fondato 1200 anni fa, sotto la guida della famiglia dei Aleramici prima e dei Paleologi poi, fino ad arrivare al Ducato del Monferrato della famiglia Gonzaga, le cui testimonianze sopravvivono nelle sue dimore, nei suoi monasteri e nelle sue chiese anche del X secolo. Monumenti e architetture uniche tra i quali incantano i castelli medioevali nei borghi restaurati con gusto. Un luogo autentico fatto di arte, cultura e tradizioni patrimonio dell’UNESCO. Il Monferrato è noto per essere la regione più “castellata” d’Italia, con una percentuale più alta addirittura della Loira.

Ascoltiamo le testimonianze di esperienze religiose e mistiche, conosciamo antiche cappelle e ascoltiamo curiose storie di ex voto e aneddoti sulle rivalità tra feudi, forse ancora presenti in tante realtà piemontesi. Stupiti dal fascino dei Marchesi che ancora aprono personalmente le porte delle dimore, magari per farci degustare i loro vini di ritorno da un pomeriggio di lavoro nelle vigne.

I CASTELLI

Arriviamo al Castello di Casaleggio, del X secolo, che è stato anche set della versione televisiva dei Promessi Sposi con Paola Pitagora, come dimora dell’Innominato. Incanta il paesaggio circostante, autentico e silenzioso, che ci riporta alle gesta dei protagonisti del capolavoro manzoniano. Pranziamo tra le vigne in una suggestiva location, il ristorante della Tenuta Montebello, un Bike Village che si sviluppa su un terreno di venti ettari. Piatti tipici e vino di qualità.

Al Castello di Rocca Grimalda un cortese padrone di casa ci accoglie nello splendido belvedere sulla valle dell’Orba e su altri castelli, nel curato giardino all’italiana, attiguo all’”hortus conclusus” e al pergolato di frutta del giardino segreto. Ci racconta che la numerosa famiglia di antiche origini liguri e piemontesi ha restaurato il giardino e l’edificio con il torrione, rendendolo una confortevole residenza per i proprietari e i loro ospiti e ci mostra l’affascinante cantina di prossimo restauro. C’è anche un delizioso B&B e appartamenti di charme per clienti più esigenti. Ma ci rapisce veramente la cappella privata, commissionata da Giovanni Battista Grimaldi III alla fine del’700, magistralmente decorata a trompe l’oeil con l’aggiunta di stucchi policromi.

Proseguiamo il nostro tour in questa che era zona di confine, fatto che giustifica la presenza di tante fortezze, con la sensazione di viaggiare un po’ nel tempo. Ci troviamo davanti alle imponenti mura del Castello di Tagliolo, nell’atmosfera del 1498 quando venne definitivamente in possesso della famiglia Gentile, i primi Conti. Dal 1750 sono gli eredi della famiglia Pinelli Gentile che accolgono i visitatori, offrendo esperienze enogastronomiche o aprendo le porte della magnifica sala bigattiera sapientemente allestita per eventi e matrimoni civili. Concludiamo la nostra giornata nel centro di Ovada, cittadina curiosa e vivace sulla confluenza dello Stura nell’Orba, con importanti testimonianze storiche che si fondono con qualche costruzione discutibile ma architettonicamente interessante, che ci ricorda il boom edilizio degli anni ’70. Ma apprezziamo i palazzi restaurati recentemente con gusto, nei vicoli ben tenuti e lo stile barocco della Chiesa di Nostra Signora Assunta.

ENOGASTRONOMIA DI ECCELLENZA NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE

Merita menzione a parte tutto ciò che si assaggia nel Monferrato. “Taste and enjoy” direbbero gli amici anglosassoni, perché ogni piatto, ogni bottiglia di vino, è un’esperienza da gustare con il paesaggio circostante. Abbiamo gradito in particolare i vini tipici e naturali, storici e innovativi, che ritroviamo in una realtà che racchiude nelle sue mura settecentesche il fascino della storia e l’innovazione in campo enologico. È l’Enoteca regionale di Ovada e del Monferrato, dove ci accolgono con l’orgoglio di chi ha saputo fare rete sul territorio impegnandosi per la crescita tecnica, professionale e culturale dei produttori e dei soci.

Menzione particolare per il Dolcetto di Ovada DOC. Gli ampi spazi a disposizione sono adibiti alla vendita di vini e a degustazioni guidate, in una location decisamente accattivante. Concludiamo la giornata in un grazioso locale nel centro cittadino per assaggiare la tipica farinata, cotta nei forni davanti ai nostri occhi. Quello che abbiamo capito con certezza è che una giornata è decisamente troppo breve per conoscere questo splendido angolo di Piemonte. Le opportunità per esplorare la natura autentica, assaggiare i sapori di una cucina genuina e approfondire le tradizioni di un territorio unico si possono scoprire su https://www.granmonferrato.it/.