Il parco delle sculture lungo lago a Lugano

LUGANO – Il parco delle sculture lungo lago a Lugano.

LE SCULTURE A LUGANO

Nato alla fine degli anni Settanta, il Parco delle sculture è formato oggi da un importante gruppo di lavori realizzati principalmente dopo la metà del XX secolo da artisti svizzeri e internazionali. Originariamente situato presso il Giardino Belvedere, il parco negli ultimi anni è stato arricchito con opere provenienti da altre aree urbane e ha trovato una nuova disposizione che ha permesso di valorizzare ulteriormente la zona collegando il LAC e il MASI Museo d’Arte della Svizzera italiana a Villa Malpensata, sede del Museo delle Culture. La Città decise di creare un parco delle sculture in seguito a una mostra tenutasi nel 1977 nelle principali piazze e vie del centro, in cui erano presenti opere di artisti di tutto il mondo. Un primo nucleo di opere, alcune delle quali ancora visibili oggi, venne aggiunto a quelle già presenti di Piero Travaglini e di Harry Balart. Prese così avvio una nuova politica culturale che prevedeva una serie di nuove acquisizioni, incrementate in seguito da generose donazioni, e che permise nei decenni successivi di accrescere la galleria del Belvedere. La creazione del nuovo centro culturale LAC e i profondi cambiamenti a livello urbanistico nell’area hanno infine portato al nuovo concetto di parco delle sculture nel suo insieme.

LE OPERE

Le opere scultoree sono state in parte acquistate dal Comune, in parte ricevute in donazione dagli artisti medesimi, per documentare e far colloquiare espressioni e tendenze della scultura. Testimoni sono, nel genere “astratto”, il colloquio fra la scultura geometrica di Max Bill (Semisfera attorno a due assi, granito, 1986) e la scultura organica dell’amico suo Jean Arp (Femme-paysage, bronzo, 1958); fra l’opera di Piero Selmoni (Scultura, granito, 1976) e quella di Giovanni Genucchi (Risveglio, marmo, 1972); sul versante del genere “bestiario”, la felice collocazione del Pavone di Remo Rossi (bronzo, 1971) dialogante con il Cavallo di Nag Arnoldi (bronzo, 1977) e con il Rinoceronte di Piero Travaglini (granito); nel genere dell’ “informale” il Nucleo di Paolo Bellini (ferro, 1998) a riscontro con il Vincolo di Massimo Diotti (ferro, 1995) e con la Composizione  di Bruno Morenzoni (alluminio, 1983). Mentre sul fronte della “figurazione” la Figura verticale di Selim Abdullah (bronzo, 1989) dialogante con il Risveglio femminile di Mario Bernasconi (bronzo, 1954) e con la Catena di Piero Travaglini (pietra, 1968). Insomma ha preso forma organica una pluralità di voci, materie, temi, tendenze ed espressioni dell’arte sviluppatasi nel corso di decenni sul  territorio.