SVIZZERA – Il turismo dei ghiacciai, settore economico vitale per milioni di comunità alpine in Europa, Nord America e Nuova Zelanda, affronta una crisi senza precedenti. I ghiacciai si stanno sciogliendo a un ritmo sempre più accelerato a causa del cambiamento climatico e molti potrebbero scomparire quasi completamente nei prossimi decenni, con ripercussioni per il turismo di montagna. Le conseguenze sono già visibili: il ritiro glaciale rende più difficile raggiungere rifugi e vette, mentre lo scioglimento del permafrost destabilizza le infrastrutture turistiche come funivie e impianti di risalita. Attività iconiche come l’alpinismo e le visite alle grotte di ghiaccio rischiano di diventare ricordi del passato, minacciando l’economia di intere vallate che dipendono da questo turismo specializzato.
Strategie innovative per salvare il turismo glaciale: dal geoturismo alla realtà virtuale
Tuttavia, “lo scioglimento dei ghiacciai non significa forzatamente la fine del turismo negli ambienti glaciali“, sostiene l’Università di Losanna e autore di uno studio pionieristico sul futuro del settore. Il ricercatore propone tre strategie di adattamento rivoluzionarie: il geoturismo, che valorizza il significato scientifico dei ghiacciai come testimoni del cambiamento climatico trasformandoli in laboratori educativi a cielo aperto; il “dark tourism” o turismo nero, che sfrutta l’interesse crescente verso i luoghi simbolo della crisi climatica; e l’utilizzo della realtà virtuale per ricostruire digitalmente i ghiacciai scomparsi. Esempi concreti già esistono: dall’Aletsch in Svizzera, dove si sviluppa il geoturismo educativo, alla Mer de Glace in Francia con i suoi 450.000 visitatori annui motivati dal desiderio di “vedere prima che scompaia”, fino al ghiacciaio del Morteratsch dove la tecnologia VR permette di vivere virtualmente l’evoluzione glaciale dal 1875 al 2100.