LA CASA DI EINSTEIN A BERNA
BERNA – Albert Einstein trascorse parte della sua vita a Berna nella casa ora museo. Arrivò nella capitale svizzera nel 1902 e qui fu assunto come impiegato presso l’Ufficio federale dei brevetti. Nel 1903 si stabilì con la moglie Mileva in un appartamento al secondo piano del numero 49 della Kramgasse, nel cuore della città patrimonio mondiale dell’Unesco. L’appartamento è aperto ai visitatori. È arredato nello stile di allora e documenta la vita del fisico a Berna. In questo periodo rientra anche l’anno 1905, l’annus mirabilis di Albert Einstein, in cui si realizzò la sua fase più creativa dal punto di vista scientifico. Einstein è generalmente considerato il più importante fisico del XX secolo, è conosciuto al grande pubblico per la formula dell’equivalenza massa-energia, E=mc² nota come l’equazione più famosa al mondo, per la relatività ristretta, la relatività generale e molti altri suoi lavori, che ebbero una forte influenza anche sulla filosofia della scienza. La teoria della relatività, insieme alla meccanica quantistica, è ancor oggi uno dei pilastri della fisica moderna.
IL NOBEL
Nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «per i contributi alla fisica teorica, in particolare per la scoperta della legge dell’effetto fotoelettrico». Agli inizi della sua carriera si occupò di meccanica statistica e di teoria dei quanti, da lui interpretati come particelle fisiche, a differenza di Planck che considerava i quanti solo come pacchetti d’energia. Indagò anche le proprietà corpuscolari della luce e spiegò l’effetto fotoelettrico a partire dalle proprietà corpuscolari della radiazione elettromagnetica. Per questo contributo riceverà il premio Nobel per la Fisica nel 1921. Sempre nel 1905, stabilì l’equivalenza massa-energia. Gli sviluppi di questa scoperta porteranno all’uso dell’energia nucleare sia per scopi bellici (bombe atomiche), sia per quelli civili e industriali (reattori nucleari). Identificò per primo il dualismo onda-particella, che caratterizzerà tutto il successivo sviluppo della meccanica quantistica. Nell’ambito degli studi sull’interazione radiazione-materia, teorizzò il fenomeno dell’emissione stimolata. Tale lavoro è il presupposto teorico per il funzionamento dei dispositivi laser e maser, realizzati a partire dagli anni sessanta del XX secolo. Nel 1924 estese agli atomi i risultati della statistica quantistica introdotta nel 1920 da Satyendra Nath Bose per i fotoni. La cosiddetta statistica di Bose-Einstein determina la distribuzione statistica di un sistema di bosoni, nell’ipotesi che siano identici e indistinguibili tra loro.














