La confessione di Claude Monet: “Voglio dipingere l’aria”

ARTE – La confessione di Claude Monet: “Voglio dipingere l’aria“.

LA PITTURA DI CLAUDE MONET

Dopo aver osservato Claude Monet al lavoro sulla costa della Normandia a metà degli anni Ottanta dell’Ottocento, lo scrittore Guy de Maupassant lo descrisse come “non un pittore in realtà, ma un cacciatore“. Monet inseguiva le sue scene di paesaggi, “in attesa del sole e delle ombre“, iniziando una tela solo quando gli effetti visivi erano di suo gradimento. Era notoriamente dedito al suo mestiere, spesso dipingeva per 14 ore al giorno senza interruzioni e con qualsiasi tempo. Durante un viaggio in Norvegia, durante una sessione di lavoro la neve cadde così forte che gli rimasero dei ghiaccioli appesi alla barba. Non che Monet prosperasse solo in luoghi lontani e in condizioni meteorologiche difficili. Molte delle sue opere più belle furono completate nei salubri dintorni di Giverny, il villaggio che ospitò dal 1883 fino alla sua morte nel 1926. Questa piccola comunità agricola di 300 abitanti era situata alla confluenza della Senna e del suo affluente, l’Epte, 45 miglia a nord-ovest di Parigi. A differenza di decine di altri insediamenti sparsi lungo la Senna, non è stato toccato dalla modernizzazione invadente.

IN FRANCIA

Dopo essersi trasferito a Giverny poco più che quarantenne, Monet affittò una casa in stucco rosa chiamata Le Pressoir su due acri e mezzo di terreno. Era abbastanza grande da ospitare l’artista, la sua compagna Alice e la loro nidiata di otto figli (nati dai rispettivi matrimoni in età precedente). Le Pressoir era dotato anche di un fienile, che Monet trasformò in uno studio. Non ci pensò due volte ad acquistare la proprietà quando fu messa in vendita nel 1890. Non molto tempo dopo, scrisse al mercante d’arte parigino Paul Durand-Ruel che era “certo di non trovare mai una situazione migliore o più bella campagna” che a Giverny. Certamente ne ha abbracciato il potenziale artistico. Nei suoi primi anni nel villaggio, partiva con le sue tele all’alba quasi ogni giorno, camminando per colline e valli, attraverso paludi e prati, tra papaveri e pioppi, cercando costantemente – e dipingendo – soggetti nuovi. Nel caso di Matinée sur la Seine, temps net (1897), un quadro offerto nel XX/XXI secolo: London Evening Sale da Christie’s il 7 marzo 2024, era noto anche che lavorava da un bateau-atelier (studio- barca) in mezzo al fiume.