MONDO – Cresce l’attesa per l’intervento della Marina israeliana contro la Global Sumud Flotilla, un gruppo di circa cinquanta imbarcazioni che mira a rompere il blocco navale di Gaza, in vigore dal 2007. Secondo quanto riportato dal sito della radiotv pubblica israeliana Kan, un piano d’azione è già stato elaborato, prevedendo un’operazione su scala inedita. A differenza delle precedenti intercettazioni di singole navi, la gestione di una flottiglia così numerosa richiederà un approccio diverso e deciso. L’azione sarà affidata allo Shayetet 13, le teste di cuoio della marina specializzate in operazioni in mare. Questo commando d’élite prenderà il controllo delle imbarcazioni. L’elevato numero di attivisti, tra cui si contano anche cittadini svizzeri, sarà trasferito su grandi navi militari e condotto al porto di Ashdod per essere interrogato e, successivamente, deportato.
Il piano prevede l’uso delle teste di cuoio Shayetet 13 e l’affondamento di alcune imbarcazioni
La complessità dell’operazione, legata all’alto numero di cinquanta imbarcazioni, pone un problema logistico: non sarà possibile trainarle tutte. Il piano d’intervento, quindi, prevede che alcune di esse saranno affondate in mare, come riportato da Kan. Le fonti militari sottolineano che Israele non ha mai dovuto affrontare un evento di tale portata, e la gestione della flottiglia, intenzionata a sfidare il blocco di Gaza, potrebbe protrarsi anche durante la festività dello Yom Kippur, la più solenne del calendario ebraico, che inizia al tramonto del 1° ottobre. Gli attivisti, tra cui i ticinesi Fabrizio Ceppi e Vanni Bianconi, erano consapevoli di avvicinarsi alla zona di potenziale intercettazione da parte della Marina israeliana, la cui ultima operazione nota in merito è stata l’intercettazione della Madleen della Freedom Flotilla Coalition lo scorso giugno.