“La mela incantata”: Carole Haensler, direttrice del Museo Villa dei Cedri a Bellinzona

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BELLINZONA – “La mela incantata”: Carole Haensler, direttrice del Museo Villa dei Cedri a Bellinzona.

TRA ARTE E LINGUAGGIO A VILLA DEI CEDRI DI BELLINZONA

Spiega Carole Haensler, direttrice del Museo Villa dei Cedri a Bellinzona. “Il periodo qui preso in esame si caratterizza per il grande fermento creativo, non solo nel campo delle arti, ma soprattutto nella società in generale, di cui le arti appaiono il riflesso, a volte critico. Si rimescolano le carte, si riscrivono le norme prestabilite. La rivoluzione industriale, l’urbanizzazione, l’evoluzione tecnologica e l’avvento dell’economia capitalista hanno radicalmente mutato le modalità del vivere insieme, che vanno ripensate. Entrano poi in gioco le ideologie: anarchismo, socialismo, nazionalismo ecc. Il mondo è in fase di secolarizzazione e democratizzazione, e quasi tutti gli strati sociali sono integrati nell’organizzazione dello Stato. Benché i regimi politici dell’inizio del XX secolo siano ancora per lo più monarchici e imperiali (per esempio, per quanto riguarda i Paesi vicini, Inghilterra, Germania, Italia e impero austro-ungarico) e in Francia la III Repubblica avvantaggi ancora principalmente una classe privilegiata, il progresso sociale avanza. Non a caso, per ripristinare in Europa una forma di stabilità occorreranno due guerre mondiali”.

LA RIVOLUZIONE

“Con la rivoluzione industriale si ridefinisce il nostro approccio con la natura, è la nascita del post-naturalismo – termine che indica già il senso di questo rapporto. Il modo di concepire la società e la posizione dello Stato e dell’individuo cambiano radicalmente. Poiché la vita si concentra sempre più nelle città, i rapporti di classe e la relazione con il corpo e con i corpi sono reinventati. Anche nelle arti le distinzioni tra i generi perdono di significato, le pratiche si mescolano e si confondono. Pensiamo certamente al Bauhaus di Dessau o al gruppo “Die Brücke” di Berlino, alla comunità di Amden nel cantone di San Gallo o quella del Monte Verità ad Ascona, alla Belle Époque – come sarà definito a posteriori in Francia il periodo tra il 1871 e il 1914 –, tutti con l’ambizione di unire le arti e la vita, ognuno con il proprio linguaggio. Si instaura un nuovo dialogo tra pittura, stampa, arti decorative, architettura e scultura. È l’epoca dell’astrazione: astrazione dalla natura, astrazione dalle norme e dalle tradizioni, astrazione dalla società. Le forme assumono un significato diverso dal mimetismo e dalle apparenze. Il dibattito tra sensualità e razionalità – cristallizzatosi nel XVII secolo intorno al colore e al disegno tra rubensiani e poussinisti, poi nel XIX secolo intorno a Eugène Delacroix e Jean-Auguste-Dominique Ingres – torna alla ribalta in una forma diversa, quella di una rivoluzione, un superamento del naturalismo e del mantenimento dell’eredità dei maestri classici antichi, dal Rinascimento al XVII secolo”.