ECONOMIA –Ā Nel 2025, per la prima volta nella storia economica moderna, la Spagna ha superato il Giappone nel PIL pro capite, segnando un momento simbolico nel panorama economico globale. Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale, il PIL pro capite spagnolo ha raggiunto i 36.190 dollari contro i 33.960 del Giappone, evidenziando un cambio di paradigma tra due economie dalle caratteristiche strutturali profondamente diverse. Questo sorpasso non ĆØ frutto del caso, ma riflette anni di crescita sostenuta dell’economia spagnola, trainata principalmente dal settore dei servizi e dal turismo, che hanno rappresentato i motori principali dell’espansione economica iberica. Il boom turistico post-pandemia ha contribuito significativamente a questo risultato, con la Spagna che ha consolidato la propria posizione come una delle destinazioni turistiche più attrattive al mondo, generando un indotto economico che si riflette direttamente sui dati macroeconomici.
L’effetto valutario e le prospettive future
Tuttavia, dietro questo sorpasso si nasconde una componente tecnica di fondamentale importanza: il forte deprezzamento dello yen giapponese. La valuta nipponica ha perso circa il 40% del suo valore rispetto al dollaro americano dal 2021, creando quello che gli economisti definiscono un “artefatto statistico” nei confronti internazionali. Questo significa che, mentre il PIL pro capite giapponese misurato in valuta locale potrebbe essere rimasto stabile o addirittura cresciuto, la sua conversione in dollari per i confronti internazionali risulta significativamente ridotta. Secondo il FMI, il PIL pro capite della Spagna dovrebbe rimanere superiore a quello del Giappone fino alla fine delle attuali previsioni, nel 2030. Questa proiezione indica che il sorpasso potrebbe non essere temporaneo, ma potrebbe consolidarsi nel medio periodo, riflettendo le diverse dinamiche economiche tra i due paesi: da un lato la Spagna con una crescita robusta sostenuta dal settore terziario, dall’altro il Giappone alle prese con sfide strutturali di lungo termine come l’invecchiamento demografico e la necessitĆ di rilancio dell’innovazione tecnologica.