CABBIO – L’acqua che non c’è: la gestione delle risorse idriche nel Ticino meridionale.
TICINO: AL MUSEO DELLA VALLE DI MUGGIO UNA MOSTRA SULL’ACQUA
Venerdì 1° settembre alle 18 con saluto delle autorità e introduzione dei curatori ci sarà l’inaugurazione della nuova mostra dedicata all’acqua. Il Museo Etnografico della Valle di Muggio presenta la sua nuova mostra-evento dedicata a un tema di grande attualità a livello globale ma anche intimamente legato alla storia dell’insediamento umano in Valle di Muggio. Stagioni sempre più siccitose e calde interrogano sull’uso delle risorse idriche e rendono necessarie strategie per una loro gestione parsimoniosa. D’altro canto la prevenzione e la gestione dei rischi associati a eventi estremi come le alluvioni richiedono investimenti sempre maggiori e nuovi approcci. Tra scarsità ed eccessi, la cura e la gestione delle acque dovrebbe essere in primo piano nella società. Eppure la relazione che intratteniamo con questo elemento, di cui ben oltre la metà del nostro corpo è composto, è ambivalente.
NEL TICINO
Nelle società occidentali riteniamo sia scontato disporne in eccesso e a costi irrisori grazie a reti idriche di cui tuttavia spesso ignoriamo l’origine. Nelle valli meridionali della Svizzera l’approvvigionamento idrico ha da sempre costituito una sfida. Partendo dalla storia possiamo trarre insegnamenti sull’uso sostenibile di questa risorsa. Il Museo opera nella convinzione che il museo non va concepito come un luogo di raccolta di oggetti ma deve essere intimamente legato al territorio a sostegno dell’identità locale. In tal senso uno degli obiettivi prioritari del concetto di ecomuseo è quello di coinvolgere il più possibile la popolazione locale. Per l’attività il museo conta su una forte base di volontariato mentre per il lavoro concettuale e di progettualità la componente professionale è indispensabile e spetta ai curatori. Gli interventi concreti di salvaguardia del patrimonio condotti dal Museo hanno contribuito ad accrescere le responsabilità che tutti dobbiamo avere nei confronti del territorio. Il paesaggio con le sue componenti naturali, antropiche ed emotive può essere un ottimo punto di partenza per trovare progetti e interventi futuri sempre più condivisi.