ECONOMIA – L’andamento dei mercati finanziari: timori legati alla congiuntura economica globale.
di PIERRE VEYRET – ACTIV TRADES
L’AZIONARIO EUROPEO, I MERCATI FINANZIARI
I mercati azionari sono saliti ovunque in Europa, annullando alcune delle perdite della scorsa settimana in vista di un’altra settimana intensa sul fronte macro. Benchmark in verde da Francoforte a Madrid, trainati da tutti i settori, con i titoli immobiliari e tecnologici che hanno registrato le migliori performance. Il sentiment di mercato è salito dopo che gli investitori hanno valutato l’azione militare di Israele a Gaza nel fine settimana come più limitata di quanto ci si aspettasse. Tuttavia, questo sentimento potrebbe essere di breve durata poiché la situazione geopolitica rimane tesa nella regione, con l’invasione di terra che continua questa mattina. Altre pressioni ribassiste provengono dal fronte macro, con i trader che devono affrontare una settimana frenetica con i report CPI dei Paesi dell’Eurozona, la produzione industriale cinese, la decisione della BoE sui tassi del Regno Unito e una serie di dati chiave degli Stati Uniti con il PMI, i JOLT, la riunione del FOMC e il report sui NFP.
MACRO & VALUTE
Ecco un fine settimana caratterizzato da una crescente incertezza, da timori legati alla congiuntura economica globale e da un’inflazione che scende ancora troppo lentamente, in aggiunta ai timori legati agli eventi geopolitici che vedono una guerra Russia-Ucraina che si affianca a quella israelo-palestinese, con effetti che cominciano a farsi sentire anche sui diversi asset di mercato. Ma è il fine settimana più importante perché è quella della decisione della Fed, della BoE, della BoJ, oltre a numerosi e significativi dati macro come i Non Farm Payrolls di venerdì prossimo, senza dimenticare i Jolts Openings o gli Adp Usa, i Pmi, al Pil di Eurozona e del Canada oltre all’inflazione tedesca. Insomma, chi più ne ha più ne metta. E in mezzo ci sono anche le trimestrali di importanti aziende. Nella settimana appena trascorsa le borse Usa hanno chiuso in rosso con l’S&P a -2.4% e il Nasdaq a -1.9%. Intanto i Price Consumer Expenditure usciti venerdì, vera misura dell’inflazione Usa, hanno mostrato un incremento dello 0.3% su base mensile. Le spese personali hanno superato ancora le stime, evidenziando ancora resilienza della congiuntura.